Il coronavirus non è sparito, ma circola assieme a influenza, bronchiolite e altri virus respiratori. Un cocktail che rischia di rovinare le feste a molti, se non si presta la dovuta attenzione. SEIDISERA ne ha parlato con il medico cantonale Giorgio Merlani.
Partiamo dai numeri: il Ticino, sul fronte Covid-19 e malattie in generale, una settimana fa era tra i peggiori.
"Bisogna definire cosa vuol dire tra i peggiori - risponde Merlani -, perché i numeri sono quelli che registriamo quindi se un cantone si testa di più ha dei numeri più elevati. Attualmente non farei dei confronti. Tutta la Svizzera si trova, non direi davanti a una vera e propria ondata, ma su un altopiano con cifre molto elevate in termini di test positivi. Lo vediamo anche nelle acque reflue e anche a livello dei tassi di ospedalizzazione. I dati sono sostanzialmente alti e costanti in tutta la Svizzera".
Le ospedalizzazioni per Covid-19 e i casi molto molto gravi non sembrano però crescere. Si potrebbe dire che il virus è diventato endemico e un domani paragonabile a un'influenza?
"I numeri delle ospedalizzazioni sono elevati e il tema è complesso. Nel senso che una persona con un problema di cuore, polmonare o renale, se si fa anche un coronavirus, chiaramente la sua situazione peggiora al tal punto da dover esser ospedalizzato. Non sarà ospedalizzato come per i casi di Covid del marzo 2020, tutti in terapia intensiva con delle bruttissime polmoniti a rischio vitale.
Adesso, per i vaccinati, si tratta di un'infezione virale che si installa in un sistema magari fragile e può portare all'ospedalizzazione. Quanto alll'altro aspetto, penso che piano piano dovremo ammettere che il coronavirus è diventato un virus endemico. Attualmente su una persona in ospedale per influenza, ne abbiamo tre o quattro ricoverati per Covid-19. Però più il tempo passa, più ci immunizziamo, più ci vacciniamo, meno sarà misurabile la differenza".
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Anche l'influenza, come ricordava, può avere decorsi gravi. C'è anche la bronchiolite che sta mettendo sotto pressione i reparti pediatrici. Cosa la preoccupa di più allo stato attuale?
"Sono preoccupato proprio da questa combinazione. I numeri del Covid-19 sono gestibili, però mettono in difficoltà un sistema che da tre anni è sotto pressione. Anche il personale sanitario vorrebbe fare un po' di vacanze o a Natale o a Capodanno. Avere quindi persone ricoverate per Covid, ma anche per l'influenza o per il virus che causa la bronchiolite, ecco che può rappresentare un problema. Avere tre virus respiratori, difficili da distinguere e che si presentano sostanzialmente insieme e che fanno ammalare anche il personale... ecco che questa combinazione, detto fuori dai denti, dà un po' fastidio".
L'anno scorso, di questi tempi, ci parlava di un Natale ancora complicato. Che Natale sarà quello del 2022?
"Un Natale sicuramente diverso rispetto agli ultimi due anni. Questo penso che possiamo e dobbiamo dirlo. Non sarà neanche un Natale come nel 2019 o 2018, nel senso che non possiamo neanche fare finta di niente in assoluto. Quindi io non chiedo di evitare gli incontri, non dico di rinunciare agli abbracci, non dico di rinunciare anche alle feste con i parenti...
Però non è necessario che chiunque anche con la febbre e la tosse vada alla festa con il nonno o magari a trovarlo in casa anziani. Quindi se uno ha sintomi eviti di entrare in contatto con altre persone e poi vanno rispettate le solite misure di igiene, soprattutto in contesti di incontri, di grandi numeri. Questo è quanto raccomandiamo ed è quanto abbiamo scritto sul nuovo flyer. Se ci sono tante persone al chiuso, può essere utile ogni tanto ventilare i locali. Per non trasmettere non solo il Covid-19, ma tutti gli altri virus che sono altrettanto fastidiosi".
L'impressione è che ci si testi di meno, poi da gennaio i test non saranno più pagati dalla Confederazione, quindi è possibile un'altra diminuzione. Chi dovrebbe continuare a testarsi e quando?
"Non è solo un impressione. Vediamo che il numero di test è sceso in maniera importante. Quello che continua a restare raccomandato è il test che ha una motivazione di tipo medico individuale. Ovvero non mi testo per decidere se poter andare a lavorare, se entrare in contatto con altre persone o semplicemente per saperlo. Il test adesso diventa puramente di salute individuale. Una persona che ha un rischio elevato di fare un decorso grave se fosse coronavirus, in quel caso farà un test".
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