Ticino e Grigioni

Non passa l’iniziativa sul finanziamento ai partiti

Il Parlamento ticinese boccia la proposta del deputato Fabrizio Sirica (PS), che mirava a una maggiore trasparenza, con 44 voti contro 40

  • 15 ottobre, 18:19
  • 17 ottobre, 02:36
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Lavori in seno al Gran Consiglio ticinese

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Di: SEIDISERA-Marcello Ierace/Adattamento: RSI Info 

Il finanziamento dei partiti e dei movimenti politici in generale è stato al centro di un animato dibattito martedì pomeriggio nel Parlamento ticinese. Il la è stato dato dalla mozione, presentata ormai cinque anni fa, dal deputato socialista Fabrizio Sirica, in cui si chiedeva che tutte le organizzazioni politiche pubblicassero, obbligatoriamente, sul foglio ufficiale i propri rendiconti economici, con tutti i nominativi dei finanziatori in chiaro. Detto in parole povere si chiedeva più trasparenza. Una mozione che è stata bocciata dalla maggioranza del Gran Consiglio.

“Il dato politico è del tutto evidente: – ha detto il mozionante Sirica – i partiti che già lo fanno e che adottano la trasparenza non hanno nessun timore a sostenere il rapporto di minoranza. Quelli che non lo fanno e che non vogliono iniziare a farlo voteranno no. Con un legame d’interesse tra controllato e controllore che è pernicioso e che non va bene”.

Il rapporto di minoranza, della commissione costituzione e leggi, citato da Sirica, era sostenuto dalla sinistra e da parte dei liberali. Quello di maggioranza, che chiedeva invece che venisse bocciata la proposta del deputato socialista, aveva il sostegno del Centro e della destra in generale.

“Andando a verificare nel dettaglio i disciplinamenti in essere in tutti gli altri cantoni – ha dichiarato il relatore Gianluca Padlina – è possibile costatare che le disposizioni che abbiamo all’interno della nostra legge sull’esercizio dei diritti politici continuano a essere non solo perfettamente attuali ma pure tra le più esigenti a livello nazionale”.

Detto in altre parole si fa già abbastanza e di questo avviso è poi stata anche la maggioranza del Parlamento che ha appunto detto “sì” al rapporto di maggioranza ma con soli 4 voti di scarto, 44 contro 40.

Tribunale d’appello: rotazioni ai vertici

Il Gran Consiglio ticinese ha accettato l’iniziativa parlamentare di Matteo Pronzini che chiedeva che le nomine di presidente e vicepresidente delle Sezioni e delle Camere del Tribunale di appello non siano… “a vita”.

La proposta del Movimento per il Socialismo non ha incontrato neanche un’opposizione in Parlamento e porterà quindi a una vera e propria rotazione dei magistrati.

Inoltre grazie all’approvazione di un emendamento proposto di Sabrina Gendotti potranno essere rieletti una sola volta e quindi potranno restare in carica al massimo quattro anni consecutivi. “Un piccolo passo, - è stato detto in aula - nel percorso verso una nuova e riformata giustizia ticinese.

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SEIDISERA 15.10.2024, 18:23

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