Ticino e Grigioni

"Non solo franco forte"

Il difficile momento del settore dell'acciaio ha colpito le ditte ticinesi, spiega il direttore dell'AITI

  • 3 marzo 2016, 19:22
  • 7 giugno 2023, 18:04
Stefano Modenini, direttore dell’Associazione industrie ticinesi (AITI)

Stefano Modenini, direttore dell’Associazione industrie ticinesi (AITI)

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Le imprese hanno messo a punto delle misure per far fronte alla forza del franco, ma oggi qualche azienda "passa alla cassa" e, a dipendenza delle attività e dei prodotti che vende, è costretta a prendere decisioni difficili, come chiudere, ristrutturare o licenziare.

Sono queste le parole di Stefano Modenini, direttore dell’Associazione industrie ticinesi (AITI), interpellato giovedì dalla RSI in seguito all’annuncio della chiusura di due aziende che operano sul territorio ticinese: la Tubofer di Mezzovico e la Delta di Stabio.

In questi due casi, spiega Modenini, la causa della difficoltà non è solo la forza del franco ma anche il calo della domanda a livello internazionale nel settore dell’acciaio e la forte concorrenza della Cina.

Licenziamenti contenuti in Ticino

Se escludiamo questi ultimi casi, in Ticino il numero di licenziamenti è stato abbastanza contenuto se paragonato a quanto successo in Svizzera interna, spiega il responsabile dell’AITI. "Fino ad ora le aziende hanno tenuto perché hanno bisogno della manodopera per gli ordinativi, che sono confermati per i prossimi 3 mesi circa. Se dovessero calare si assisterebbe a licenziamenti o disoccupazioni parziali" conclude Modenini.

RG/ZZ

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