Le segnalazioni in Ticino nel 2014 al Laboratorio Cantonale sul commercio dei vini sono state cinque, tre in più rispetto all'anno precedente. Non molte, soprattutto se paragonate ai dati nazionali, dai quali risulta che metà delle aziende non erano in regola, e nemmeno gravi.
"È sbagliato pensare che siano solo tagli illegali. Spesso è solo un'etichetta scritta in modo non corretto a far partire la procedura", ha spiegato Valeria Cavalli, chimica cantonale aggiunta al microfono di Darco Degrussa delle Cronache della Svizzera italiana. "In ogni caso, questi errori non sono fatti volontariamente. Una volta capito l'inghippo, il vinificatore corregge subito il tiro e non 'inciampa' più".
L'intensificazione dei controlli, poi, da qualche anno viene vista positivamente dal settore, anche se non esiste una formazione vera e propria per operare nel commercio della "preziosa miscela di bacco".
RedMM/CSI