Il Governo ticinese non vuole riformare l'insegnamento religioso nelle scuole cantonali attraverso "un'azione di forza", ma preferisce "attendere che maturi il consenso delle chiese attorno ad una soluzione improntata al modello del doppio binario". È questa la posizione espressa nel messaggio sull'iniziativa presentata da Matteo Quadranti il 6 giugno del 2016, iniziativa a cui il Consiglio di Stato invita dunque a non dare seguito "per non aprire un conflitto di cui la società non ha bisogno".
Lezioni sempre meno seguite
Il modello del doppio binario è comunque quello ipotizzato dal granconsigliere del PLR ed affianca un corso sulle religioni, il fenomeno religioso, l'etica e la convivenza, a quello confessionale facoltativo impartito oggi e sempre meno seguito dagli allievi (alle medie si è passati dal 71,43 al 46,34% negli ultimi 15 anni, mentre nei licei si è scesi a meno del 4%).
Paghi lo Stato
Se proprio i deputati intendessero procedere a una modifica di legge, sarebbe dunque quella la via da seguire a non l'alternativa fra insegnamento confessionale e aconfessionale (modello misto) preconizzata invece da un'iniziativa parlamentare depositata il medesimo giorno da Fiorenzo Dadò (PPD) e cofirmatari. Al testo di Quadranti, in quel caso, l'Esecutivo proporrebbe però alcune modifiche. In particolare, la copertura dei costi delle lezioni cattolica ed evangelica dovrebbe rimanere a carico dello Stato e non passare alle chiese.
pon