Ticino e Grigioni

"Pandemia fluttuante... e va accettato"

La psicologa Marina Lang: "Più frustrazione se rimaniamo ancorati all'idea di una soluzione rapida e definitiva" - Il nemico non sono gli altri ma il virus

  • 11 dicembre 2021, 08:19
  • 20 novembre, 19:03
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La psicologa Marina Lang ospite del Quotidiano/1

RSI Info 10.12.2021, 23:11

Di: Quot/pon 

Sono passati quasi due anni dal 25 febbraio 2020, giorno del primo caso di Covid in Ticino (e in Svizzera) e ancora non si vede la fine del tunnel, anzi sembriamo infilarci in un tratto particolarmente buio. "Questo può scoraggiare, ma bisogna fare una premessa", afferma Marina Lang, responsabile della cellula psicologica dello stato maggiore di condotta cantonale ticinese: "Se rimaniamo ancorati all'idea un po' illusoria di una soluzione definitiva e rapida, siamo destinati a patire più frustrazioni".

"Il quotidiano ce lo dice, ci sono nuove varianti, nuove limitazioni,.... Sappiamo che dalla pandemia usciremo, perché così è sempre stato nella storia, ma dobbiamo imparare ad accettarne il carattere più fluttuante. Dobbiamo imparare a stare in mezzo a questi movimenti che sono fatti di alti e bassi e che mettono alla prova la nostra tenuta", afferma la psicologa intervistata dal Quotidiano della RSI. Questa strategia "ci permette di sviluppare dei sistemi di adattamento".

La pandemia ha creato una spaccatura nella società. Che cosa resterà una volta terminata? "L'etimologia di pandemia comprende le parole 'tutto' e 'popolo'. Ci ricorda che dobbiamo andare uniti e invece talvolta vediamo immagini del contrario", afferma Lang. "Ognuno di noi dovrebbe fare una riflessione e assumersi il ruolo di non alimentare queste fratture e queste tensioni sociali". La lotta non è fra di noi, insomma, ma contro il virus.

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La psicologa Marina Lang ospite del Quotidiano/2

RSI Info 10.12.2021, 23:20

Le nuove proposte messe in consultazione dal Consiglio federale rischiano però di alimentare le divisioni. Chi non è vaccinato verrebbe condizionato anche in casa propria, visto che in sua presenza scenderebbe il limite di persone autorizzate anche negli incontri privati, da 30 a 5. C'è un rischio di esclusione? "Non bisogna scivolare nella tentazione di ragionare per gruppi, dietro ogni situazione e individuo c'è una storia di vita", risponde la psicologa, ma il Covid-19 "ci ha insegnato anche la capacità di mantenere le relazioni nonostante i limiti".

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