Il Consiglio federale ha sottostimato nelle prime settimane la durata potenziale della pandemia di Covid-19, non accorgendosi per tempo del carattere globale della crisi: lo affermano le Commissioni della gestione della Camere federali, in un rapporto pubblicato oggi, martedì.
Come conseguenza, si legge nel rapporto, le misure per la gestione della crisi sono state elaborate per diverse settimane in seno ai vari dipartimenti in maniera non coordinata.
Il Dipartimento federale dell’interno (DFI), diretto da Alain Berset e sotto il quale rientrano i temi di sanità pubblica, ha così avuto un’influenza predominante, assumendo la conduzione dei tre principali organi di crisi: l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), lo stato maggiore federale di protezione della popolazione e lo stato maggiore di crisi del Consiglio federale.
Pressione sulla task force
La task force dell’UFSP, rilevano i parlamentari, si è ritrovata subito in prima linea per gestire la crisi, cosa che tuttavia non era stata prevista, nonostante abbia fatto del suo meglio durante la prima ondata. La gestione del personale, continua il rapporto, ha costituito un punto debole: responsabilità e competenze non erano trasparenti; l’UFSP è inoltre stato confrontato con un carico di lavoro senza precedenti ed è finito al centro dell’attenzione pubblica e politica.
Lo stato maggiore federale di protezione della popolazione non ha invece pienamente assunto i propri compiti restando nell’ombra della task force, mentre lo stato maggiore di crisi del Consiglio federale non ha assunto fino in fondo il suo compito di gestione della crisi, anche perché il peso del DFI era troppo ingente.
Rivedere l’organizzazione
La pandemia è stata gestita in un primo momento sulla base dell’evoluzione della situazione sanitaria, valutata dai dipartimenti e dagli uffici chiamati in causa, concludono le commissioni che chiedono al Consiglio federale di fare “autocritica” e alla svelta, rispondendo per iscritto al rapporto pubblicato oggi. Rapporto che dovrebbe anche fungere da base per sviluppare un nuovo concetto di gestione di crisi a livello federale.
Nel frattempo, la pressione del coronavirus sul sistema sanitario continua a diminuire; in Ticino, per esempio, oggi nessun paziente era ricoverato in un reparto di terapia intensiva: non succedeva da 10 mesi.
RG 12.30 del 24.05.2022 - Covid, nessun paziente in terapia intensiva - Il servizio di Pervin Kavakcioglu
RSI Info 24.05.2022, 14:35
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In Svizzera nell'ultima settimana 8'125 casi
Sempre sul fronte pandemico, infine, come ogni martedì l'UFSP ha diramato i dati settimanali: nell'ultima settimana sono stati registrati 8'125 casi di coronavirus in Svizzera. I morti sono dieci e i ricoverati 100. Esattamente una settimana fa, l'UFSP aveva annunciato 10'788 casi, ovvero 2'663 in più. Lo stesso giorno si contavano 12 decessi e 150 ricoveri.
585 persone si trovano attualmente in cure intense. I pazienti Covid occupano il 3,30% dei posti disponibili in terapia intensiva, con un tasso d'occupazione del 71,10%. Nell'ultima settimana sono stati trasmessi i risultati di 61'934 test, indica l'UFSP. Il tasso di positività è del 13,1%, contro il 16,8% della scorsa settimana.
Notiziario 15.00 del 24.05.2022 - "Pandemia inizialmente sottovalutata dal Governo"
RSI Info 24.05.2022, 17:31
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