“A nostro avviso non è più ipotizzabile un’ulteriore estensione della vita utile dell’edificio”: è il 28 giugno 2024. Il futuro dell’edificio di via Barzaghi che ospita il foyer per minorenni della Croce Rossa appare segnato: dopo anni di rinvii - malgrado un degrado più che evidente e sotto gli occhi di tutti - il suo utilizzo non può essere di nuovo prorogato alla fine dell’anno se non con verifiche statiche e sismiche approfondite e “verosimilmente, con importanti interventi di messa in sicurezza”.
Lo si legge in un documento dello Studio d’ingegneria civile “Lucini Cesare” commissionato dal Municipio di Paradiso, di cui la Cellula Inchieste RSI ha ottenuto copia. Sarà poi un’ulteriore perizia dello stesso studio a inizio ottobre 2024 a spingere Municipio, Cantone e Croce Rossa a sgomberare in fretta e furia l’edificio un paio di settimane più tardi.
In pochissimi giorni quasi un centinaio di minorenni non accompagnati e giovani richiedenti asilo vengono trasferiti in un vicino albergo a Paradiso. Una sistemazione temporanea da cui pochi giorni fa sono stati di nuovo trasferiti in direzione del Centro “L’ulivo” di Cadro, costringendo la Croce Rossa a spostare altrove numerose famiglie lì ospitate.
L’utilizzo dell’edificio di via Barzaghi in passato era stato prolungato molte volte. Ancora a giugno dello scorso anno, il sindaco di Paradiso Ettore Vismara – in un’intervista alla trasmissione “Falò” della RSI - si dichiarava disponibile a estendere ulteriormente la locazione al Cantone, a fronte della necessità di spazi per i richiedenti asilo minorenni. Lo stesso sindaco assicurava che la sicurezza statica dello stabile era “al momento garantita”, auspicando comunque una soluzione alternativa per “scongiurare che malgrado i nostri interventi di sicurezza capiti quello che nessuno vuole: che qualcuno si faccia male”.
Nessuno per fortuna si è fatto male. L’edificio è stato finalmente sgomberato alla fine di ottobre 2024. La consultazione di perizie e documenti relativi alle condizioni dello stabile di via Barzaghi negli anni permette adesso di ricostruire l’intera vicenda e conferma che la chiusura appariva inevitabile da tempo.
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Paradiso non può attendere
Falò 10.09.2024, 20:40
Un lungo degrado iniziato nel 2011
Già dal 1989 Croce Rossa ottiene in locazione una parte dello stabile come centro di accoglienza per richiedenti asilo. Nel 2011 però Paradiso acquista l’immobile per circa sei milioni di franchi. Da una prima emergono già significativi segnali di degrado: sono visibili “fessurazioni e ammaloramenti della struttura dei balconi e dei parapetti in beton, oltre al distacco del rivestimento delle piastrelle di rivestimento delle facciate”.
Sullo stato di evidente fatiscenza vengono più volte sollecitate le autorità cantonali e comunali. La chiusura per anni sembra imminente, ma tarda sempre. In risposta a due interpellanza comunali nel 2011 e nel 2013, il Municipio di Paradiso ipotizza la scadenza dell’uso dell’edificio a luglio 2014, che in quell’anno garantisce una pigione di 230’000 franchi più spese accessorie.
Nel febbraio 2014 il Giornale del Popolo titola: “Disdetta per il CRS, Palazzo non idoneo”: stando all’articolo, il Municipio aveva all’epoca deciso di chiudere il foyer della Croce Rossa dopo una perizia che stabiliva “l’inadeguatezza a ospitare appartamenti abitati”.
Bisognerà aspettare il 2018 per l’intervento di lavori di “messa in sicurezza provvisori che – come scrivono gli ingegneri – permetterà l’utilizzo per “ulteriori 3-4 anni”. Vengono tra l’altro puntellati i balconi con travi di legno e realizzata una pensilina metallica per proteggere minorenni non accompagnati e personale della Croce Rossa dall’eventuale caduta di piastrelle dalla facciata.
Una “sicurezza provvisoria” destinata a durare non oltre il 2021 o 2022. Ma nel febbraio 2022 il Municipio di Paradiso chiede di nuovo allo Studio Lucini di valutare un’ulteriore estensione della vita dell’immobile di altri due anni, cioè fino al 2024.
Di nuovo si rende necessario un intervento “provvisorio”: i puntelli ai balconi sono ammalorati e vengono rinforzati, si introducono misurazioni scanner trimestrali, si decidono ulteriori controlli mensili e un monitoraggio periodico.
La cronologia delle perizie fa emergere i dubbi degli esperti. Nella loro relazione del giugno 2024 gli ingegneri dello Studio Lucini scrivono: “Già nel rapporto di fine lavori del 2022 avevamo espresso le nostre perplessità nell’estendere ulteriormente la vita dell’edificio” suggerendo interventi “di risanamento e rinforzo generalizzati”.
Per paradiso una fruttuosa locazione
Per anni il Municipio ha dato in locazione l’edificio di via Barzaghi al Cantone ottenendo – almeno negli ultimi anni – un canone di oltre 270mila franchi l’anno, a fronte di poche migliaia di franchi l’anno per perizie periodiche e per gli occasionali interventi “provvisori” di messa in sicurezza.
Nel 2022, per esempio, il preventivo di Paradiso prevedeva il dimezzamento della locazione a 135mila franchi, in quanto – si legge nel bilancio – “l’accordo stipulato per l’utilizzo dello stabile giungeva a scadenza con effetto 30.06.2022”.
Ma anche in quell’occasione – come nel 2014 – la locazione è stata di nuovo rinnovata. E il preventivo torna a indicare la cifra annuale di 270mila franchi. A conti fatti, lo stabile in questi anni ha garantito oltre 700 franchi al giorno al Municipio. Il consuntivo 2022 indica che per la pigione del fatiscente palazzone di via Barzaghi il Cantone ha versato a Paradiso 288’897 franchi.
Una situazione che si è trascinata a lungo, motivata anche - secondo le autorità cantonali – dall’oggettiva difficoltà a trovare alloggi per l’accoglienza dei richiedenti asilo. La cronica carenza di spazi avrebbe spinto a prorogare l’uso dello stabile di Paradiso fino all’ultimo. Anzi, fino all’ultima perizia.
L’ultima perizia e la chiusura… davvero improvvisa?
L’ultima pagina di questa vicenda coincide proprio con la prima pagina dell’ultima perizia. Che porta un timbro rosso con la data del 7 ottobre 2024, quando l’Ufficio Tecnico di Paradiso riceve il documento. È il “Rapporto controllo trimestrale (Quinto controllo) e valutazioni in merito alla vita residua dell’edificio”, compilato – come tutti i precedenti - dallo Studio Lucini.
A questo punto l’utilizzo di quel palazzone in evidente degrado non appare più procrastinabile, malgrado quei tronchi di legno messi a puntello per non far crollare i balconi, malgrado gli interventi del 2023 a sostegno delle messe in sicurezza provvisorie del 2018 e poi estese al 2022 e malgrado l’impegno del Municipio a estendere la locazione al 2025. La comparsa di una crepa convince tutti ad abbandonare l’edificio. Il sindaco Vismara parla di “cedimento preoccupante”.
La perizia è chiara: “La recente comparsa di elementi significativi (fessura in facciata) evidenzia la necessità di terminarne a breve l’utilizzo”. Il 23 ottobre Cantone e Croce Rossa Sezione Sottoceneri comunicano pubblicamente che il centro verrà sgomberato nelle ore successive: 90 minori e 25 adulti verranno trasferiti altrove.
Ma c’è un passaggio della perizia che colpisce: l’estensione dell’edificio oltre la fine del 2024 non è più ipotizzabile non solo sulla base dell’ultimo monitoraggio in autunno ma – si legge – “come era già stato evidenziato nel nostro documento “2399LT02” del 28.06.2024.
In altre parole – le stesse riportate in apertura di questo articolo - già a giugno appariva evidente la necessità di non prorogare ulteriormente l’uso di un edificio vetusto. Che già dieci anni prima si era deciso di chiudere proprio a causa delle sue condizioni. La fessura sulla facciata, questa volta, minacciava forse più che mai di far perdere la faccia.
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Il Quotidiano 18.02.2025, 19:00