Il Partito socialista ha deciso lunedì sera, con una sola astensione, di lanciare un’iniziativa popolare generica tesa a rilanciare la discussione sul sistema pensionistico riservato ai consiglieri di Stato. Il PS è convinto che per i componenti del Governo ticinese l’unica via percorribile consiste nell’affiliazione all’Istituto di previdenza cantonale.
CSI delle 18.00 del 07.01.2019 - Il servizio di Giorgia Roggiani
RSI Info 07.01.2019, 21:43
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Del tema si discute dagli anni ’70. Nel 2015 si raggiunse un punto fermo sulla questione, allorché il Parlamento ticinese adottò il decreto che stabiliva che pure i consiglieri di Stato dovevano pagare i contributi pensionistici. C'era un anno di tempo per organizzare il passaggio alla cassa pensione ordinaria, ma la politica (intanto) non è riuscita a definire una soluzione definitiva.
In proposito il MPS è andato più volte all'attacco in tempi recenti, evocando pure presunte rendite illegali a favore dei membri del Consiglio di Stato ticinese e avanzando pretese di risarcimento.
Da inizio legislatura dal salario dei consiglieri di Stato viene prelevato il 9% che finisce in un apposito fondo. Intanto Gran Consiglio e Consiglio di Stato trattano da mesi, ma la soluzione di un regime speciale, che è in fase di definizione in commissione e che è sostenuta dal Governo, non piace appunto ai socialisti che si apprestano dunque a lanciare l’iniziativa popolare al riguardo. La raccolta firme dovrebbe scattare a febbraio.