Non solo il Ticino. Lo scandalo dei permessi si sta allargando sempre di più al resto della Svizzera. Dopo il documento falso legato al Canton Ginevra, ora spunta il nome di Argovia. A farlo è stato l’impresario bellinzonese in carcere da febbraio. Secondo il 25enne esisterebbero permessi fasulli prodotti direttamente in Kosovo o in Serbia, con tanto di timbri a secco (forse rubati in Svizzera, forse fabbricati laggiù). Timbri – ha precisato il 25enne – di un po’ tutti i Cantoni, a cominciare appunto da quelli di Ginevra e Argovia.
Dalle indagini emergono intanto nuovi particolari sui rapporti tra lui e il funzionario che pagava per ottenere i permessi (veri) annullati o depositati all’Ufficio della migrazione, di cui poi veniva cambiata la foto. Il sedicente imprenditore gli forniva persino indicazioni sui documenti da rubare. Si raccomandava di scegliere persone dell’Unione europea, e con generalità non italiane.
Il 25enne, come noto, ha chiamato in causa anche la sua compagna, che avrebbe funto da tramite tra i due consegnando dei permessi (chiusi in buste) e ricevendo il denaro (brevi manu o in bucalettere). Il titolare della Aliu Big Team si sarebbe addirittura rivolto a lei dopo che il funzionario, per paura di essere scoperto, si tirò indietro.
Una figura centrale, quella del corruttore. Fu infatti sempre lui a coinvolgere il dipendente del Dipartimento finanze ed economia finito sotto inchiesta settimana scorsa. Il 28enne del Bellinzonese, impiegato all’Ufficio controlli, accettò di mettere a disposizione il suo indirizzo per agevolare le pratiche di un paio di stranieri. “Niente soldi comunque – ha dichiarato l’impresario. Lo fece come favore, per amicizia, e senza sapere che si trattava di operai in nero. Gli avevo raccontato che erano parenti.”
Francesco Lepori
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