Il Ticino ha più occupati rispetto allo scorso anno: su base annua sono infatti aumentati di 7'000 unità, metà dei quali sono residenti svizzeri. L'altra metà dei nuovi impieghi è invece andata a frontalieri. Questi valori sono stati ottenuti dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).
Sono stati però registrati, per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, dei dati in controtendenza rispetto all’andamento nazionale nel secondo trimestre del 2017. Se in Svizzera le persone senza lavoro erano 213'000 a fine giugno, in diminuzione rispetto ai 220'000 dello stesso periodo del 2016, non si può dire lo stesso per il canton a sud delle Alpi: i disoccupati sono infatti aumentati dello 0,1%. Le cifre precise dei Grigioni, inseriti nella macroregione denominata “Svizzera orientale”, non sono invece state fornite.
"Le spiegazioni che diamo a questo fenomeno di disoccupazione strutturale sono, da un lato, il fatto che l'occupazione è cresciuta, almeno per la metà in termini di manodopera frontaliera. Dall'altro che una quota importante di persone non riesce a trovare, malgrado la crescita del mercato del lavoro, un'opportunità per rientrare sul mercato del lavoro", ha spiegato ai nostri microfoni Fabio Losa, docente-ricercatore della SUPSI.
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