“Sicuramente serve una norma specifica per le PM2,5", spiega lo pneumologo Gianfranco Bolognini . "Bisogna ridurre il più possibile le polveri più fini, che sono quelle che presumibilmente hanno i maggiori effetti negativi sulla salute. Oggi si parla spesso anche di nanoparticelle. E’ quindi giustificato fissare dei limiti di legge. E’ comunque difficile stabilire qual è il livello al di sopra del quale ci sono dei danni”.
Nel rapporto della Commissione federale d’igiene dell’aria si parla di “un chiaro bisogno d’intervento” e di concentrazioni di fuliggine cancerogena ancora “nettamente troppo alte”. Lei condivide questi toni?
“I toni sono giustificati perché ci si rende sempre più conto che le particelle particolarmente pericolose sono appunto quelle al di sotto dei 2,5 micrometri”.
Come agiscono queste polveri fini sull’organismo umano?
“Penetrano profondamente nei tessuti e, oltre a colpire i polmoni, entrano in circolo nel sangue e vanno a toccare il cuore e gli altri organi, in particolare il cervello. Dunque non ci sono solo degli effetti negativi sulle vie respiratorie, ma anche sulle coronarie e sui vasi cerebrali. Una situazione decisamente preoccupante. Bisogna inoltre considerare l’azione tossica di queste particelle, che può portare alla formazione di tumori, anche se delle statistiche precise in questo senso non ci sono ancora”.
Secondo gli esperti della commissione bisogna migliorare “con urgenza” gli impianti di combustione a legna per ridurre le fonti di polveri fini. A suo avviso la popolazione è cosciente del problema?
“A poco a poco penso che si riescano a sensibilizzare le persone. Il problema va posto anche dal punto di vista dell’inquinamento interno alle abitazioni. Tutte le nuove misure di isolamento degli edifici per il risparmio energetico tendono ad aumentare la presenza di sostanze inquinanti nelle case dovute ai camini, alle cucine, ecc.”.
Sappiamo che il traffico è ancora cresciuto in Ticino, in particolare nel Sottoceneri...
“Siamo certamente in una zona a rischio. Penso che le autorità siano ben coscienti di questo e prendano tutte le misure che possono essere prese. E’ chiaro che non si possono controllare certi fattori: l’influenza della Lombardia sulla nostra aria è inevitabile”.
Mattia Coste
Gallery image - Polveri fini, "nuovo limite necessario"
Le polveri fini
Le polveri fini PM10 (o polvere in sospensione PM10) sono composte da particelle con un diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro (micrometri), pari a circa un decimo del diametro di un capello. Le particelle con un diametro inferiore a 2,5 micrometri sono definite polveri fini PM2,5. Da un lato, le particelle di polveri fini vengono liberate nell'aria, ad esempio in seguito alla combustione incompleta di carburanti e combustibili, ai processi industriali, al sollevamento della polvere delle strade o all'abrasione di freni, pneumatici, rivestimenti stradali e binari. Al contempo esistono particelle che si formano nell'aria a partire da precursori gassosi, come l'ammoniaca, gli ossidi di azoto, il biossido di zolfo e i composti organici. Le particelle con un diametro inferiore a 0,1 micrometri sono definite particelle ultrafini che si formano nel corso di processi di combustione o a partire da gas. Aumentano le loro dimensioni legandosi con altre particelle o gas. Le polveri fini sono costituite da diversi composti chimici.
Particolarmente nocive per la salute sono le piccolissime particelle di fuliggine, cancerogene. In Svizzera le principali fonti di emissione sono il traffico e gli impianti di riscaldamento a legna. Una grande quantità di sostanze gassose, che favoriscono la formazione di particelle, provengono dall'agricoltura e dal traffico.