Si svolge a Kibera - la baraccopoli più estesa di Nairobi - il Forum mondiale contro la povertà, che -tra oggi e domani- attende delegazioni dai cinque continenti. Ma in particolare dal sud del mondo dove le ONG e gli attivisti sono al fronte nella battaglia contro la povertà. Una piaga che colpisce in modo drammatico il 10 per cento della popolazione globale che vive con un reddito inferiore a 2 franchi al giorno. E di lotta alla povertà e del ruolo della Svizzera nella mediazione dei conflitti, abbiamo discusso con un ospite speciale: l'ex ambasciatore in Mozambico, Mirko Manzoni, ostinato tessitore dello storico accordo di pace raggiunto l'estate scorsa nel paese africano e inviato speciale per il segretario dell’ONU Antonio Guterres.
“In Mozambico come in altri paesi africani i partiti sono fondamentalmente ex gruppi militari – spiega Manzoni ai nostri microfoni -, quindi non c’è una cultura così sviluppata del dialogo”.
Parlare di Africa vuol dire - sempre e purtroppo - parlare di povertà, arretratezza, corruzione, sfruttamento. Un continente ricchissimo di risorse dove però la povertà continua a rimanere endemica... Perché? “Debellare la povertà necessita di un nostro cambiamento culturale – ci risponde Manzoni –, bisogna essere disponibili a condividere. È strano che coloro che sono i più poveri lo diventino sempre di più nonostante abbiano tutte le risorse, mentre noi che non le abbiamo diventiamo sempre più ricchi…”.