Appalti pubblici e manodopera in calo: gli impresari costruttori ticinesi sono preoccupati per il futuro del settore. “C’è molto nervosismo. Tante ditte concorrono anche per ottenere lavori piccoli e i prezzi sono al ribasso”, indica Nicola Bagnovini, direttore della sezione ticinese della Società svizzera impresari costruttori (SSIC-TI).
Il numero di domande di costruzione si sta riducendo. Inoltre anche il numero delle imprese presenti sul territorio è in calo. “Ci sono ancora tante domande di costruzione, ma riguardano piccoli oggetti e soprattutto lavori artigianali, non opere da impresario. Questo perché si costruisce meno e si ristruttura di più”, spiega Bagnovini.
Rapporti tesi con il sindacato UNIA
A essere difficili sono anche i rapporti con i sindacati, in particolare con UNIA. Il partenariato sociale, è forse a rischio? “Se davanti a me trovo persone disposte a collaborare, a cercare delle soluzioni, saremo disposti anche noi a farlo”, indica Massimo Cereghetti, neopresidente della SSIC-TI. “La SSIC tratterà l’anno prossimo il nuovo contratto a livello svizzero. Fino a quando non verrà trattato quello, noi non entreremo in discussione per quello cantonale”, aggiunge.
Mancano apprendisti
Per quanto riguarda la scarsità di manodopera, si auspica un cambiamento culturale: “Si fa fatica a far comprendere alle famiglie dei nostri giovani che ci sono possibilità di carriera importanti nel nostro settore”, dice Paolo Ortelli, direttore del Centro formazione professionale SSIC-TI. “La nostra ambizione, per esempio, è che i nostri migliori muratori diventino degli impresari. Quindi l’apprendistato non è da vedere come una professione, ma come l’inizio di una carriera”. In futuro potrebbero anche mancare i lavoratori provenienti da oltre frontiera. Il nuovo regime fiscale potrebbe portare a non essere più così conveniente lavorare in Ticino per i frontalieri, nonostante il salario sia più alto rispetto a dove risiedono.