Le alluvioni di questa estate hanno mostrato tutta la fragilità del territorio alpino. Una fragilità che pone la politica di fronte a delle scelte. Ma per il consigliere federale Albert Rösti ciò non significa rinunciare alla gestione degli spazi più discosti. “Sarebbe fatale se si costruisse un muro all’entrata delle valli e le lasciassimo inselvatichire”, dice alla RSI il responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC). “Sarebbe negativo per il turismo e per la stessa biodiversità. Non possiamo”.
Il “non possumus” di Rösti non è però inciso nel granito, ma in una materia più flessibile. “Certo - continua il capo del DATEC - serve proporzionalità e può capitare che una casa, un piccolo insediamento che si trovano in una zona di pericolo possano essere spostati altrove. Ma abbandonare intere vallate e lasciare tutto alla natura, ecco, sono completamente contrario”. Anche perché, ricorda il consigliere federale, “non sono fenomeni completamente nuovi nelle regioni di montagna, abbiamo sempre dovuto confrontarci con degli eventi naturali. Mi rattrista che quest’anno la situazione sia stata così pesante, che ci siano state vittime, che sia così dura per le persone colpite alle quali esprimo la mia vicinanza”.
La Svizzera deve essere pronta ad affrontare questi fenomeni estremi. “La scienza ci dice che questi eventi saranno più frequenti in futuro, io mi auguro non troppo frequenti, ma certo dobbiamo attrezzarci con misure per adattarci. Le leggi esistenti ci danno la possibilità di mettere a disposizione dei mezzi in poco tempo, in caso di eventi straordinari. Lo faremo. Il Consiglio federale deciderà presto su un credito aggiuntivo affinché i danni provocati dal maltempo possano essere riparati. La Confederazione, a fianco di Comuni e Cantoni, farà la sua parte”.
Presente lunedì a Pollegio per il ripristino della galleria ferroviaria di base del San Gottardo, il consigliere federale ha risposto anche a domande sulla riapertura completa dell’A13, martedì 3 settembre. Anche in questo caso il territorio ha mostrato la sua fragilità. “Nelle Alpi anche la roccia si muove ed è energia potenziale. Questo accadrà anche in futuro, perciò è ancora più importante che in Svizzera ci siano sistemi - e credo che siamo riusciti a dimostrarlo - che permettano, in termini di finanziamento, una risposta molto rapida da parte delle FFS e dell’Ufficio federale delle strade. Non è necessaria una decisione del Consiglio federale, ma una decisione del Parlamento. Ma abbiamo riserve che sono state effettivamente stanziate per reagire in questi casi. L’autostrada A13 è stata completamente riaperta a due corsie. Questo mostra che dobbiamo rendere disponibili i finanziamenti necessari in una fase iniziale, in modo che i lavori possano iniziare immediatamente. Le infrastrutture, di fronte ad eventi meteorologici estremi, rimangono infatti fragili”.
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Il Quotidiano 01.09.2024, 19:00