Il ricorso dell'avvocato Gianluca Padlina sull'esito del ballottaggio del 17 novembre è da respingere in quanto tardivo e irricevibile. A dirlo è il Consiglio di Stato ticinese nel parere di otto pagine trasmesso al Tribunale amministrativo cantonale, anticipato dal sito della Regione.
Il Governo invita quindi i giudici a respingere la contestazione del legale e consigliere comunale PPD a Mendrisio, che lamenta irregolarità nella procedura preparatoria del turno di ballottaggio e che, in via cautelativa, chiedeva di decretare l'annullamento dei risultati del 17 novembre.
In particolare Padlina contesta l'invio ritardato del materiale di voto ai ticinesi residenti all'estero, ma secondo Bellinzona, i comuni si sono invece attenuti all'ordinamento giuridico, rispettando le regole per la spedizione. Inoltre per l'Esecutivo il ricorso è rivolto in modo generico e si limita ad insinuare il dubbio che i comuni, senza precisare quali, non abbiano adottato tutte le regole del caso. E già questo ne annullerebbe la ricevibilità.
Il Governo si spinge però oltre, sottolineando come il ricorso si anche tardivo, in quanto avrebbe dovuto essere inoltrato entro tre giorni dall'atto preparatorio, ovvero dall'invio del materiale o al più tardi da quando chi lo ha ricevuto si è reso conto dell'inghippo. Il termine di ricorso non può infatti "essere aggirato comunicando a terze persone il problema, così da ripristinarlo ogni volta".
Infine il Consiglio di Stato ha pure precisato che le schede tardive fatte conservare cautelativamente ai comuni sono finora 113, a fronte delle 46 schede con le quali Marina Carobbio ha conquistato il seggio scalzando Filippo Lombardi.