Il Rally Ronde del Ticino torna in scena tra qualche giorno, ma non si placano le polemiche sul suo svolgimento, 24 ore dopo la fine del periodo di divieto legato alla protezione della qualità dell’aria. I contrari alla manifestazione hanno interposto un ricorso al Consiglio di Stato per tentare d’impedire, pure quest’anno, lo svolgimento della competizione prevista sabato 1° settembre.
A differenza degli altri anni, il ricorso è stato inviato senza i toni propagandistici - con le proteste che diedero vita persino a un flashmob. L’obiettivo resta comunque inalterato, ossia puntare concretamente all’annullamento del rally. Secondo quanto reso noto alle CSI da uno dei ricorrenti, il dottor Giorgio Noseda, tra i punti sui quali sono state sollevate perplessità figurano i tempi sull'inoltro della domanda per poter svolgere un rally e sulla relativa autorizzazione del Consiglio di Stato. "Se la via dei ricorsi non dovesse funzionare sarà iniziativa popolare", assicura Noseda.
Max Beltrami difende a spada tratta l'unica gara automobilistica importante in Ticino
Max Beltrami, a capo dell’organizzazione, si è detto "molto, molto arrabbiato" ai microfoni della RSI, ricordando come sempre a pochi giorni dall’evento si mettano in discussione non solo la corsa, ma pure e soprattutto le decisioni delle autorità cantonali (e di diversi comuni), che concedono i permessi per gareggiare solo nel rispetto di dettami e limiti sempre più severi.
Quest’anno, ricorda Beltrami, chi osteggia la gara ha evitato il Tribunale Amministrativo e si è rivolto al Consiglio di Stato, "che si dovrà esprimere nei prossimi giorni". L’organizzatore è però perentorio nel segnalare che se la corsa dovesse essere annullata è sicuro che chiederà i danni e la cosa non si concluderà in un nulla di fatto.
CSI delle 18.00 del 28 agosto 2018; il servizio di Daniela Giannini
RSI Info 28.08.2018, 20:49
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