“La scuola che verrà”, il progetto del dipartimento cantonale dell'Educazione, subirà correttivi rilevanti. Lo anticipa sabato il Corriere del Ticino, rimarcando un “parziale cambio di rotta” con modifiche all’intervento sugli orari.
Durante un dibattito, venerdì all’USI di Lugano, Manuele Bertoli ha fatto il punto sulla riforma della scuola dell’obbligo, precisando che “laboratori, atelier e differenziazione pedagogica sono apprezzati dalla maggioranza” ma applicare tutto ciò è possibile solo con orari flessibili. Tuttavia, ha detto il ministro, se è vero che “il modello a sequenze non piace molto”, escluderlo azzera la differenziazione. Per questo si cerca di non “muovere” la griglia e collaborare di più con i docenti.
Il consigliere nazionale Fabio Regazzi ha invece bocciato in toto la riforma, di cui salverebbe solo gli intenti, ricordando che il suo parere contrario è condiviso dai direttori delle medie. Il giornale riferisce inoltre che il confronto tra Regazzi e Bertoli si è spostato sull’abolizione dei livelli, che per il primo “è forse la cosa più grave”.
EnCa