“Prima leggeremo la documentazione, poi stabiliremo I tempi”. Ad affermarlo ai microfoni della RSI è il deputato Michele Foletti (Lega), presidente della commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) che ieri, lunedì, il Gran Consiglio ticinese ha deciso di istituire. Tempi che sono già stati in parte fissati, in quanto la CPI dovrà terminare i lavori entro giugno 2018, analizzando l’operato del Governo, dei dipartimenti e nei servizi coinvolti nella gestione dell’intero settore dell’asilo, senza limitarsi al solo caso Argo 1.
Poco più di sei mesi saranno sufficienti? “Il primo obiettivo sarà appunto far luce sul caso Argo 1 – prosegue Foletti -. Il secondo sarà di andare ad analizzare gli altri mandati. È un’ipotesi, non ne ho ancora parlato con i colleghi, ma potrebbe anche esserci un rapporto intermedio prima di quello conclusivo”.
Con Foletti, siedono nella CPI Giorgio Galusero (PLR), Claudio Franscella (PPD), Carlo Lepori (PS), Tiziano Galeazzi (UDC) e Michela Delcò Petralli (Verdi). Ieri in Gran Consiglio alcuni deputatati hanno giudicato deboli le risposte fornite dal Consiglio di Stato, ma “non ho timori in merito alla collaborazione che l’Esecutivo fornirà”, prosegue Foletti: “Collaborare al massimo è nell’interesse di tutti”.
Uno dei compiti di questa commissione parlamentare d’inchiesta, si è detto da più parti, è quello di ristabilire la fiducia nelle istituzioni. “Non credo che questa fiducia sia svanita – aggiunge il deputato leghista – Ma la CPI dovrà dare delle risposte al paese e al Parlamento”.
L’ormai ex coordinatore della Lega, Attilio Bignasca, ha detto che sul caso Argo 1 si sta montando la panna e che le CPI costano troppo e non servono a niente, ma Foletti ci dice: “Spero di smentire Attilio ancora una volta”.
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