A Lugano è ripreso stamane (martedì) il processo a carico di quattro giovani accusati di aver picchiato un richiedente l'asilo srilankese lo scorso ottobre alla Rotonda di Locarno. Il 26enne aveva minacciato il gruppo con un coltello e loro avevano reagito con calci, pugni, lancio di sassi e colpi di skateboard, fatti filmati anche da un cellulare.
Oggi la parola è passata agli avvocati degli imputati che hanno puntato sulla legittima difesa. Hanno smontato interamente l'atto d'accusa e hanno evidenziato che per ben cinque volte il gruppo ha provato ad allontanare il 26enne gridando più volte di abbassare il coltello. Ma lui ha cercato in tutti i modi lo scontro con fare aggressivo e minaccioso, hanno spiegato i legali, provocando il gruppo con frasi come “venite qui che vi squarcio” e - come ha riferito un testimone - dando fendenti e affondi nella loro direzione, dicendo “vi ammazzo tutti”.
Quello che si vede nel video sono solo gli ultimi attimi di quei tre minuti che bisogna considerare nel loro insieme. La vita dello srilankese non è mai stata in pericolo, lo dicono i referti medici secondo cui non si sono riscontrati né lesioni né dolori alla testa, nessun trauma cranico. Nessun colpo ha quindi raggiunto la testa, nemmeno con lo skateboard: quel colpo che si vede nel video in realtà è andato a vuoto colpendo il terreno, hanno spiegato gli avvocati. L’uomo quando era a terra si è poi sempre difeso con gli avambracci ed è un elemento importante che fa cadere il dolo eventuale, hanno sostenuto.
Non vi è mai stata quindi l’intenzione di dare una lezione al 26enne, che ha la sua dose di problemi e di precedenti per reati violenti: “probabilmente ha ragione la sua legale quando lo ha definito un pazzo”, ha detto l’avvocato Giuseppe Gianella, ricordando che una volta arrestato, lo srilankese non aveva nemmeno riconosciuto gli imputati e aveva anche negato di avere avuto con sé un coltello quella sera. Non è quindi credibile.
E non è nemmeno vera l’omissione di soccorso. Il 26enne era stato aiutato da terzi, era seduto, parlava: il gruppo lo ha saputo mentre si stava allontanando.
Da qui la richiesta dei legali di scarcerare i due imputati su cui pende l’accusa più grave di tentato omicidio intenzionale. Per entrambi è stato chiesto il proscioglimento da ogni accusa. Nel pomeriggio parleranno gli altri due avvocati.
Pestaggio alla rotonda, il processo
Il Quotidiano 17.04.2023, 19:00