Il salario minimo, la soluzione proposta dal Consiglio di Stato ticinese varia dai 18,75 ai 19,25 franchi all'ora e la palla è passata al Gran Consiglio, potrebbe rivelarsi un boomerang, ripercuotendosi anche sulle paghe più elevate. La questione è sollevata dal mondo economico, che non esclude di schierarsi contro un'eventuale soluzione non gradita.
Se ne è parlato giovedì alla tavola rotonda organizzata dall'AITI nell'ambito dell'ultimo appuntamento "dentro l'industria" alla Plastifil di Mendrisio, azienda a conduzione famigliare con 83 anni di storia e un centinaio abbondante di collaboratori, in maggioranza frontalieri. Il 20% ha una paga al di sotto della forchetta indicata dal Governo.
Al dibattito è intervenuta anche la granconsigliera dei Verdi Tamara Merlo, che aveva promosso l'iniziativa accolta nel 2015, la quale invita a valutare nei casi concreti se i posti di lavoro potranno essere mantenuti e ricorda che il problema principale non è certo nell'industria quanto nel terziario, dove il numero dei frontalieri è esploso.
Salario minimo e frontalieri
Il Quotidiano 16.11.2017, 20:00
CSI 18.00 del 16.11.2017 Il servizio di Alessandro Broggini
RSI Info 16.11.2017, 19:00
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