Ticino e Grigioni

Il salario minimo divide

PS, Verdi, MPS, UNIA e OCST criticano la proposta del Consiglio di Stato ticinese; gli ecologisti valutano il referendum

  • 8 novembre 2017, 16:44
  • Oggi, 03:41
La proposta non piace a tutti

La proposta non piace a tutti

  • ©Ti-Press

"La forchetta per l'introduzione del minimo salariale legale, definita dalla maggioranza del Consiglio di Stato, non è sufficiente." È quanto si legge in una nota stampa diramata mercoledì dal Partito socialista a seguito della comunicazione del Governo ticinese, che propone soglie che si situano tra i 18,75 e i 19,25 franchi all'ora.

Malcontento anche da parte dei Verdi: "Le cifre disattendono totalmente lo scopo del salario minimo sociale, quello che permette ai cittadini residenti di poter vivere senza ricorrere agli aiuti sociali. Valuteremo se fare o meno un referendum", affermano tramite un comunicato. Il tema sarà approfondito durante l'assemblea straordinaria che si terrà l'11 novembre presso la sala del Consiglio comunale di Bellinzona.

"L'MPS ha sempre sostenuto che non possa essere accettato un salario minimo inferiore ai 52'000 franchi annui (4'000 per 13 mensilità. Il Governo ticinese propone di legalizzare la miseria", sostengono da parte loro i rappresentanti del Movimento per il socialismo.

"Siamo estremamente delusi – ha affermato Enrico Borrelli, sindacalista di UNIA –. Questa proposta svilisce il valore del lavoro". Gli fa eco il collega dell'OCST, Lorenzo Jelmini: "Non rispecchia la porposta che avevamo fatto, dovremmo chiedere una modifica in questo senso

MABO

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