La pausa estiva si è conclusa anche per la commissione della gestione del Gran Consiglio che, come altre, mercoledì è tornata a riunirsi per affrontare i tanti dossier pendenti. Primo fra tutti quello riguardante la fissazione del salario minimo ticinese che da mesi divide i partiti. Per il presidente Daniele Caverzasio, come ha affermato ai microfoni della RSI, è venuto il momento di sbloccare la questione. Ora l’obiettivo, ha sottolineato, è di giungere a una decisione per ottobre in modo che l’applicazione concreta dell’iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino" possa essere decisa dal Parlamento in novembre.
Intanto però non sembra che le riflessioni estive abbiamo determinato un cambiamento di posizione in seno alle varie forze che già tre mesi fa avevano presentato le proprie proposte. Il PLR punta a fissare la remunerazione oraria a 19,50 franchi (il Governo aveva suggerito una forchetta tra 18,75 e i 19,25). All’altro estremo il PS e i Verdi vorrebbero 21,50, ma sono aperti a un compromesso. Nel mezzo PPD e Lega che puntano a 20 franchi, ma con misure per evitare che a patirne siano i residenti, mentre a beneficiarne sarebbero i frontalieri. Intanto però tutte le misure d'accompagnamento avanzate dai partiti hanno incontrato il parere negativo del Governo che le ritiene inapplicabili. Servono quindi nuove idee.
Gestione, ripresi i lavori
Il Quotidiano 27.08.2019, 21:30