Sangue a Bissone: arrestato mandante

di Francesco Lepori

Tra l’agenzia di sicurezza BAM (sede in via Vanoni, a Lugano) e l’accoltellamento di Bissone c’è per gli inquirenti un legame chiaro, come conferma un comunicato del Ministero pubblico. Un uomo della BAM è stato arrestato con l’accusa principale di complicità in tentato assassinio del 30enne kosovaro che tre rumeni (due tuttora latitanti) accoltellarono e picchiarono la notte del 9 marzo.

Sequestro di persona, lesioni gravi, lesioni semplici, omissione di soccorso e falsità in documenti gli altri reati ipotizzati dalla magistratura. L’uomo è considerato addirittura il mandante del fatto di sangue. Il 39enne italiano, come detto, lavorava per la BAM.

Nella società, che garantiva la sicurezza in vari ritrovi di Lugano, prestavano servizio, su chiamata, anche la vittima dell’episodio di Bissone e i suoi fratelli (a loro volta arrestati settimana scorsa). I quattro kosovari avrebbero cercato – invano – di subentrare all’agenzia stessa, accaparrandosi direttamente la sicurezza del Nyx (la discoteca annessa al Casinò). Lo sgarro avrebbe generato una sorta di guerra tra le due fazioni, culminata proprio nell’accoltellamento di Bissone.

Il Giudice dei provvedimenti coercitivi ha disposto la carcerazione preventiva del 39enne. L’altra persona finita in manette tre giorni fa, una donna, è stata invece rilasciata. Favoreggiamento l’accusa di cui deve rispondere. Il 9 marzo si trovava infatti con i tre rumeni. Ai due si aggiunge – come riferito ieri dal “Quotidiano” – un terzo arrestato, pure alle dipendenze della BAM Security. Sul suo caso la procura non ha voluto però fornire dettagli.

Il blitz di martedì, scattato in 7 locali della movida cittadina (sei discoteche e un bar), ha portato anche al fermo di 14 persone, tornate a piede libero dopo gli interrogatori. Tra queste, tre sono state denunciate per infrazione alla Legge sugli stranieri. Erano infatti sprovviste dei permessi di lavoro.