L'obiettivo prefissatosi dal Consiglio di Stato è chiaro: provare a tamponare la crescita dei costi che ogni autunno fa lievitare i premi di cassa malati. Come? Cercando di contenere le spese legate al settore ambulatoriale, che sulla bilancia dei costi pesano il 40% del totale. Per farlo il governo ha dunque pensato a due interventi: uno, abbassare il valore del punto tariffale Tarmed di due centesimi e, due, porre un limite, dal 2025, al numero di studi medici presenti sul territorio.
Il Cantone ha presentato le sue stime e, attraverso il primo strumento, ha parlato di una riduzione complessiva di otto milioni di franchi; una cifra che potrebbe far ben sperare gli assicurati, nella prospettiva di premi più leggeri e nei tanto attesi risparmi.
Un'eventualità che Paolo Bianchi, direttore della Divisione per la salute pubblica, esclude: "Parlare di risparmio penso che sia illusorio e anche irrealistico". Le misure, infatti, prima di puntare al risparmio vogliono arginare la crescita della spesa. "Il Cantone cerca di sfruttare i limitati margini di manovra a sua disposizione, nel contesto federale dettato dalla LaMal, per cercare piuttosto di contenere l'evoluzione della spesa", spiega ai microfoni RSI Bianchi.
Una valutazione realistica, considerando che la riduzione del punto medico impatterebbe dello 0,5% sui premi di cassa malati a parità di prestazioni erogate. Per quanto riguarda invece l'influenza della seconda misura, l'effetto è di più difficile stima, siccome "si agisce solo sui nuovi medici che accederebbero al mercato".
Questo secondo provvedimento, attualmente in consultazione, permetterà al Cantone di decretare se, in determinate specializzazioni, "il numero di studi medici attivi sul territorio corrisponde ad un corretto approvvigionamento". "Il regolamento definisce e propone criteri per limitare il numero di studi medici - spiega sempre Bianchi - e, di riflesso, di stabilire le specializzazioni assoggettate". A tal fine, si sfrutterà come parametro di base "il tasso di approvvigionamento": il rapporto tra le prestazioni erogate in una determinata specializzazione (quindi il volume di prestazioni fatturate a carico della LaMal) e il volume che ci attenderebbe in funzione della popolazione.
L'intervento richiederà però una certa delicatezza nella sua applicazione, per evitare di istituire in Ticino una medicina a due velocità. "Occorre trovare un equilibro tra due interessi contrapposti", dice Paolo Bianchi, "da una parte è necessario limitare alcune prestazioni mediche che hanno un volume apparentemente ingiustificato e dall'altra garantire un approvvigionamento corretto, in tempi rapidi e secondo gli standard in cui siamo abituati nel nostro paese".