Da settembre, il Ticino ha un ispettore incaricato dei controlli nel settore dei ponteggi. Una misura introdotta dopo il bubbone scoppiato un anno fa. L’arresto di due imprenditori kosovari (titolare e direttore di una ditta con sede a Camorino), legato allo scandalo dei permessi illeciti che aveva travolto l’amministrazione cantonale, aveva acceso i riflettori su un settore che si era rivelato una vera giungla, fatta di prezzi al ribasso, controlli praticamente inesistenti e prestito di manodopera a basso costo.
E allora, in questi 12 mesi cos’è cambiato? "La volontà di intensificare i controlli - dice alla RSI il responsabile del settore edile per il sindacato UNIA Dario Cadenazzi - è stata implementata e piano piano si vedono i primi risultati". Una decina i casi emersi in meno di sei mesi, casi legati a irregolarità nel pagamento dei salari e nella tipologia delle costruzioni. Impossibile però sapere che tipo di sanzioni siano state inflitte perché la Commissione paritetica nazionale per la posa ponteggi, con sede a Soletta, non ci ha accordato un'intervista.
Le difficoltà del settore, che conta una trentina di ditte, sono però tutt’altro che risolte. L’anno scorso la Società ticinese imprenditore di ponteggi (la STIP, che conta 12 membri), aveva denunciato una diminuzione dei prezzi del 30%. E sempre secondo UNIA la situazione non è migliorata, anzi, è peggiorata. "Lo vediamo anche nell’edilizia principale - aggiunge Cadenazzi - Si va spesso costantemente in perdita, e non credo che nella posa dei ponteggi gli imprenditori siano dei benefattori; lo fanno per guadagnare, com’è giusto che sia. Però da qualche parte, per guadagnare, con quei prezzi, devono rubare qualcosa". C'è poi il grande capitolo del subappalto e del prestito di manodopera, una prassi nel ramo (ascolta l’audio allegato).
Che quello dei ponteggi sia un settore sotto pressione, lo dimostrano anche le difficoltà che sta vivendo l'associazione padronale. Il presidente Omar Biaggi ha dato le dimissioni ed è stata convocata una riunione straordinaria per nominare il suo successore. La STIP in questo momento preferisce quindi non esporsi, in attesa di ritrovare il suo assetto organizzativo e di concludere delle discussioni con l'associazione nazionale.
CSI/FrCa