Ticino e Grigioni

Sempre più vigneti assicurati contro le follie del cielo

Tre grosse grandinate hanno caratterizzato una stagione vitivinicola che lascia tuttavia un buon sapore in bocca - Il bilancio e le tendenze secondo il presidente di Federviti

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I viticoltori brindano al cambiamento

Il Quotidiano 22.11.2024, 19:00

  • Tipress
Di: Seidisera/Ierace/Quot/Spi 

“È stata una stagione folle, che però ci ha regalato, tra mille difficoltà, una buona produzione”. A fare il bilancio del lavoro tra filari e vinificazione nel 2024 è Davide Cadenazzi, al primo anno da presidente di Federviti. La RSI lo ha intervistato in occasione della “giornata del viticoltore”, per fare il punto su un’annata non facile tra grandine e altre avversità. Al primo assaggio prevale l’ottimismo: “Le vinificazioni con le prime degustazioni mostrano che non è assolutamente da considerare un’annata negativa. Siamo positivi e fiduciosi per un buon risultato in cantina“.

Una delle tendenze in atto è quello di assicurarsi contro i chicchi dal cielo, ma anche contro gelo e siccità. Per tre volte quest’anno una grandinata ha colpito duramente i vigneti sia nel Sottoceneri che nel Sopraceneri. Un fenomeno meteorologico contro cui cercano di cautelarsi gli agricoltori, ma sempre di più anche i viticoltori. “I professionisti si sono resi conto che ritornare a un’assicurazione può essere comunque interessante. Se l’azienda vive di viticoltura e di vino è chiaro che il rischio non può essere assunto solo dal privato, ma deve essere sostenuto esternamente”, sottolinea Cadenazzi.

Grandine Svizzera è una cooperativa senza fine di lucro che fornisce coperture assicurative in questo specifico contesto. Tra i suoi consulenti c’è Michele Piffaretti, viticoltore del Mendrisiotto: “Ci sono dei professionisti che si avvicinano di nuovo all’assicurazione grandine dopo un periodo di quasi abbandono. Adesso si vive un ritorno, specialmente con gli assicurati per grandi superfici e grandi valori”. A stimolarli c’è anche la Confederazione, che dal prossimo anno sosterrà le aziende che usufruiscono dei pagamenti diretti, pagando loro il 30% dell’assicurazione. “C’è un riconoscimento da parte della politica che ci sono eventi sempre più incisivi sulla resa effettiva dell’agricoltura”, osserva il consulente.

Un fenomeno che è però anche sintomo di una certa preoccupazione nel settore: “Come viticoltore - dice Piffaretti - sono preoccupato dai cambiamenti climatici in generale. Anche perché io mi ricordo, agli inizi della mia carriera professionale, che la protezione fitosanitaria non era così importante e decisiva come adesso. Sbagliando anche solo di un giorno l’applicazione fitosanitaria si rischia ora di compromettere tutta l’annata viticola”.

L’uso eccessivo di prodotti a protezione delle piante può tuttavia risultare un problema per l’ambiente. Per contrastare questa tendenza, il Cantone ha promosso il progetto ViSo, Viticoltura Sostenibile. Con un investimento di 8 milioni e mezzo di franchi, distribuito su otto anni e garantito per l’80% dalla Confederazione, si garantisce un salvagente economico a quei viticoltori che sperimentano strategie alternative per la protezione fitosanitaria. A un anno dalla sua attivazione, ecco il primo bilancio del coordinatore del progetto, Antonio Girardi: “I primi risultati sono incoraggianti. Gli sviluppi delle stagione, seppur difficile, sono stati favorevoli alle strategie che prevedevano una diminuzione nell’uso dei prodotti di sintesi a vantaggio magari di prodotti biologici”.

Le aziende che finora hanno aderito a ViSo sono 28, tra cui la “Manimatte” di Bellinzona di Luca Locatelli. “Siamo molto contenti che sia arrivata questa proposta di viticoltura sostenibile in Ticino - dice il viticoltore - . Questo primo anno di sperimentazioni ha dato risultati da un certo punto di vista incoraggianti”.

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