Ticino e Grigioni

"Senza immagini 3D il cancro non si sarebbe visto"

La testimonianza di una perita giudiziaria al processo che vede alla sbarra una radiologa: è accusata di non aver diagnosticato un tumore al seno nel 2019

  • 12.12.2022, 20:11
  • 20.11.2024, 14:14
Foto d'archivio

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  • Ti Press
Di: SEIDISERA/G. Roggiani/M. Ang. 

Davanti alla corte delle Assise correzionali si sta tenendo il secondo atto di un processo per un presunto errore medico. Alla sbarra c’è una radiologa, alla quale l’accusa contesta di non aver diagnosticato un tumore al seno nel 2019; è accusata dunque di lesioni colpose gravi.

Un processo dove non mancano colpi di scena: prima c’erano state le dichiarazioni dell’imputata, in occasione del primo dibattimento, che avevano convinto il tribunale a indire una nuova udienza.

02:55

Le ultime dal processo per errore medico

SEIDISERA 12.12.2022, 19:40

Oggi, in pratica, la dottoressa ha negato di aver visionato le immagini di una mammografia 3D, detta anche tomosintesi, esame che lei nemmeno avrebbe richiesto. Non è un dettaglio da poco. Perché è solo questo esame (molto più preciso di una mammografia standard) che avrebbe fatto emergere in modo quasi inequivocabile l’esistenza di un tumore. Tumore che è invece stato diagnosticato solo un anno dopo, costringendo la paziente a cure oncologiche pesanti.

Oggi si sperava di poter chiarire proprio questa circostanza: ovvero, la dottoressa ha o meno preso visione di queste immagini in 3D? La risposta non è arrivata, per un motivo molto semplice. E cioè che oggi in aula è stata convocata (su indicazione dell’imputata) la tecnica di radiologia sbagliata: perché non è stata lei a eseguire l’esame al seno della paziente.

02:23

Errore medico, stop al processo, si riapre l'istruttoria

Il Quotidiano 24.11.2022, 20:00

Nonostante questo intoppo il processo è proseguito. E’ stata sentita la perita giudiziaria, un’esperta di senologia. Quest'ultima ha detto che l’errore medico c’è ed è chiaro solo se si considera la visione della tomosintesi, che però è contestata dalla radiologa.

A questo punto il giudice le ha chiesto: "Ma se lei non avesse visto queste immagini in 3D e avesse avuto a disposizione solo la mammografia standard e l’ecografia?" Allora "il cancro non si sarebbe visto - ha risposto la perita - c’erano anomalie, ma non allarmanti, avrei forse anch’io fatto la stessa analisi della dottoressa".

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