Ticino e Grigioni

Senza immunità, ma giudice sempre attivo

Il magistrato grigionese denunciato anche per violenza carnale da una praticante continua a lavorare al Tribunale amministrativo

  • 12 dicembre 2022, 22:38
  • 20 novembre, 14:15
07:34

Grigioni sera

Grigioni sera 12.12.2022, 19:00

  • RTR
Di: RED. MM/Quot/GrigioniSera 

Il giudice del Tribunale amministrativo grigionese accusato da una giurista praticante di averla anche violentata la sera del 13 dicembre 2021 non è stato sospeso dalla sua funzione. La commissione parlamentare che funge da organo di vigilanza sulla giustizia cantonale gli ha revocato l'immunità (permettendo in sostanza alla procura di proseguire nella sua inchiesta) ma non ha ritenuto di revocargli la nomina in attesa che venga fatta chiarezza sul caso. Lo ha confermato alla RSI la presidente della Commissione giustizia e sicurezza del Gran Consiglio, la socialista Julia Müller, spiegando che il passo risale allo scorso agosto. Nel frattempo, spiegano al Tribunale, sono state però adottate misure di prevenzione: il magistrato indagato lavora da casa e non ha contatti con cancelliere e stagiste.

Il giudice si dichiara innocente

La vicenda che sta suscitando una raffica di interrogativi tra gli addetti del settore, i politici e i cittadini anche perché diversi esperti in materia penale non hanno nascosto le proprie critiche agli inquirenti poiché, per esempio, malgrado la delicatezza del procedimento e il ruolo dell'accusato nella piccola realtà giudiziaria retica non si è deciso di chiamare in causa un procuratore straordinario fuori cantone. Inoltre il giudice, padre di famiglia, non è stato arrestato. Si dichiara innocente. Non nega i rapporti sessuali (sarebbero stati accertati anche dagli esami del DNA), ma respinge le accuse, parlando di relazione consenziente. La sua legale, l'avvocato Tanja Knodel, sottolinea che ha collaborato con gli inquirenti sin dalle prime fasi dell'inchiesta. È dunque convinto di non avere commesso alcun reato e confida che l'inchiesta possa fare piena luce sulla sua innocenza.

La procura difende il suo agire e tace sull'inchiesta

La procura retica finora, come sua prassi, non ha fornito informazioni sul caso che coinvolge il giudice 47enne, limitandosi a confermare l'esistenza dell'inchiesta, svelata da un articolo del portale Inside-Justiz ripreso dai domenicali fornendo nuovi particolari. È stata aperta a marzo dopo che la 24enne, non più attiva al Tribunale dalla fine dello scorso anno, ha denunciato quanto avrebbe patito nei mesi precedenti, mentre faceva la pratica per diventare avvocato. Una lunga serie di episodi che sarebbe cominciata con frasi molto esplicite per proseguire, sempre in crescendo, fino alla violenza che sarebbe avvenuta nell'ufficio del Tribunale. I reati prospettati dalla giovane vanno dalla coazione sessuale alla violenza carnale, dallo sfruttamento dello stato di bisogno alle molestie sessuali. Ma anche su questi aspetti il ministero pubblico non dice nulla. Alla RSI Maurus Eckert, procuratore pubblico che fa anche da portavoce dell'organo inquirente, si è limitato a parlare di fattispecie che rientrano sotto il titolo 5 del Codice penale, quello dedicato ai reati contro l'integrità sessuale.

Indagini criticate

L'agire degli inquirenti solleva numerose domande anche perché non sono stati sequestrati computer e cellulare coi quali il giudice avrebbe inviato messaggi molto compromettenti alla vittima, né sono stati eseguiti rilievi per la ricerca di tracce biologiche nell'ufficio e a casa del 47enne magistrato. Un modo di agire incomprensibile anche per Peter-Martin Meier, ex agente di polizia e direttore dell'Istituto svizzero di polizia di Neuchâtel, come sottolineato a Inside-Justiz. Malgrado la gravità delle accuse, inoltre, non è stata richiesta la detenzione preventiva, come di solito invece avviene in casi di sospetta violenza carnale. Un passo che, come affermato da Maurus Eckert, non è stato fatto poiché non ne erano però dati i presupposti, non essendoci, a mente della procura, pericolo di collusione, fuga e reiterazione del reato.

La vicenda rappresenta un altro scandalo per il sistema giudiziario grigionese, nel recente passato già scosso da casi che, secondo taluni, ne hanno minato la credibilità per l'incapacità di chiarire alcune vicende ed accertare le responsabilità di taluni colpevoli: dal delitto di Zalende del 2010 (sull'inchiesta retica è calato il silenzio, mentre quella italiana è arrivata a sentenza definitiva) all'appaltopoli in Engadina, fino alla sentenza modificata dal presidente del Tribunale cantonale per favorire una delle parti.

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Giudice grigionese accusato di stupro

Il Quotidiano 12.12.2022, 20:00

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