Due cittadini italiani, padre e figlio, sono stati denunciati a piede libero per traffico illecito di stupefacenti al termine di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Como. L’operazione ha portato al sequestro di circa 410 kg di cannabis light e derivati ai valichi di confine di Crociale dei Mulini (Uggiate con Ronago) e Maslianico, smascherando un traffico illegale dalla Svizzera all’Italia.
La merce veniva coltivata in Ticino, dove il limite consentito è di 1% di THC (che è la sostanza psicoattiva della cannabis) e poi veniva venduta in Italia e altrove in Europa, in particolare in Repubblica Ceca, Ungheria e Austria, dove il limite invece è di 0,5%. Qui sta l’inghippo per gli inquirenti italiani. Non è invece al momento noto se la società del 54enne abbia in Ticino regolare autorizzazione per la coltivazione.
La denuncia è il risultato di un’importante indagine condotta dalle autorità italiane contro il traffico di stupefacenti lungo i valichi, spiega il comunicato della Guardia di Finanza. L’operazione, supportata da videosorveglianza, aveva evidenziato movimenti sospetti da parte dei due indagati, soprattutto nelle ore notturne e all’alba. Per eludere i controlli, utilizzavano la tecnica della “staffetta”, percorrendo il tragitto con pochi minuti di distanza l’uno dall’altro per verificare l’eventuale presenza di posti di blocco.
L’assenza di documentazione di trasporto e le incongruenze nelle dichiarazioni hanno insospettito i finanzieri, che hanno avviato approfondimenti per ricostruire la filiera illegale. Il risultato dell’indagine è il sequestro di 410 chili di fiori di canapa, oli e resine e panetti di hashish. Da notare che di questi “solo” 280 avevano un valore di THC superiore a quello legale. Gli altri non sono stati sdoganati correttamente.
Per il momento i finanzieri di Ponte Chiasso non hanno saputo riferire alla RSI quanto hanno guadagnato i due. Di certo c’è che era da parecchi anni che non si parlava di canapa light. Dopo il boom - una decina di anni fa - di shop al di qua e al di là dal confine. Nel 2019 si parlava di una 40ina di autorizzazioni per coltivare canapa light in Ticino.
Dal canto suo, la polizia cantonale ticinese - pure sentita dalla RSI - ha fatto sapere di non aver collaborato all’operazione effettuata in Italia. In questo ambito, la Sezione antidroga (SAD) ha richiesto informazioni in merito tramite il Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso e in seguito, come da prassi, saranno effettuati i dovuti accertamenti.

RG 12.30 del 05.03.2025 - Il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 05.03.2025, 12:39
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