Ticino e Grigioni

Si riaccendono i riflettori sul caso Quadroni

Un gravame dell’ex impresario engadinese è stato parzialmente accolto e così l’indagine nei confronti di un poliziotto della cantonale deve essere riaperta

  • 10 gennaio, 19:35
  • 11 gennaio, 15:49
03:42

GRIGIONISERA 10.01.2024

RSI Info 10.01.2024, 19:23

  • gr.ch
Di: GRIGIONISERA/RSI Info 

Si riaccendono i riflettori sull’operato di alcuni esponenti della polizia grigionese, tra cui un alto ufficiale, coinvolti nei burrascosi e muscolari interventi nei confronti di Adam Quadroni, ex impresario edile engadinese, noto per avere smascherato, con le sue rivelazioni, lo scandalo degli appalti pilotati in terra retica, che hanno gettato una luce sinistra sulle istituzioni cantonali.

Le novità sono quelle contenute in due recenti sentenze del Tribunale cantonale, la massima istanza giudiziaria grigionese che, a circa un anno e mezzo dall’inoltro di un duplice ricorso del legale di Adam Quadroni, poco prima dello scorso Natale ha emesso i propri verdetti. Un gravame dell’ex impresario engadinese è stato parzialmente accolto e così l’indagine nei confronti di un poliziotto della cantonale - pare nel frattempo pensionato - deve essere riaperta.

L’altro ricorso è invece stato respinto, con la conseguente conferma del decreto di abbandono stilato a metà del 2022 dall’avvocato di Zugo Urs Sutter, il procuratore straordinario incaricato di occuparsi di tutte le vicende penali ruotanti attorno a Quadroni. Il proscioglimento riguarda il personaggio più noto finito sotto inchiesta, il maggiore della polizia cantonale Marco Steck.

I fatti posti sotto la lente risalgono al giugno del 2017, quando uomini delle forze speciali della polizia bloccarono Quadroni mentre era diretto a casa. Dopo averlo caricato su un’auto, gli bendarono gli occhi e lo condussero alla clinica psichiatrica di Coira per un collocamento coatto. Misura che non venne eseguita, poiché - stabilirono i medici - l’imprenditore non rappresentava un pericolo né per sé né per gli altri. E che l’intervento di polizia - avvenuto a seguito di dispute familiari tra Quadroni e l’ex moglie - fu sproporzionato è nel frattempo stato riconosciuto anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta sull’appaltopoli grigionese.

Ripercorrendo l’accaduto, il Tribunale cantonale ha stabilito che Steck, presunto regista dell’operazione di polizia, non può essere rimproverato per abuso di potere o atti di violenza. Discorso diverso per l’altro rappresentante delle forze dell’ordine, nei confronti del quale, come detto, il procuratore straordinario deve riavviare l’inchiesta.

Quali le conseguenze per i protagonisti della vicenda? Prima di pronunciare la parola fine, bisogna attendere qualche giorno. I due verdetti del Tribunale cantonale possono infatti essere ancora impugnati davanti al Tribunale federale. Di certo c’è che la lunga vicenda giudiziaria ha avuto degli strascichi. Nel 2021, Steck - che si era detto provato dall’inchiesta - aveva rinunciato all’incarico di responsabile della polizia territoriale EST per assumere un ruolo con un minore impegno al fronte.

Per Adam Quadroni quella ottenuta con il parziale accoglimento di uno dei suoi ricorsi è, almeno per il momento, una mezza vittoria, che giunge dopo anni di lotte giudiziarie nei quali ha più volte denunciato un accanimento nei suoi confronti da parte di forze dell’ordine e autorità grigionesi. Gli altri procedimenti aperti negli anni scorsi contro alcuni poliziotti e un giudice sono per contro sfociati in una serie di assoluzioni.

Vi è infine il pesante danno di immagine che hanno subito le istituzioni cantonali con lo scandalo degli appalti pilotati per un lungo lasso di tempo. Se non altro il Governo, negli ultimi anni, è riuscito a farsi restituire importi milionari da varie imprese coinvolte, mentre chi ha contribuito a smascherare gli illeciti, ossia Quadroni, ha perso praticamente tutto.

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