Le immagini di quanto subito da una recluta ticinese a Emmen ha suscitato un’ondata di sdegno in tutta la Svizzera. Il filmato e il racconto di quanto avvenuto hanno colpito in particolar modo la Società degli ufficiali delle forze aeree della Svizzera Italiana (AVIA) che tra i suoi membri annovera molti graduati che, come le vittime delle vessazioni, hanno seguito la formazione nella difesa contraerea (DCA). L’associazione, tramite un comunicato annuncia che "si sta muovendo anche per tramite dei canali ufficiali militari per difendere l’integrità dei nostri militi ticinesi".
"Quanto riportato non solo è increscioso ma profondamente contrario allo spirito, ai valori e agli obiettivi del nostro esercito di milizia: rispetto, cameratismo, disciplina e impegno", recita il testo. È firmato dall’intero comitato dell’AVIA presieduto dal capitano Paolo Franchini.
17.10.2018: Ondata di sdegno
RSI Info 17.10.2018, 20:10
"Episodi come questo gettano un’ombra sul nostro esercito, sui suoi quadri e sul suo funzionamento e riteniamo necessario condannare fermamente questo vergognoso episodio di violenza, confidando che si tratti di un caso isolato, frutto dell’iniziativa di singoli. Siamo convinti che non rispecchi il pensiero della maggior parte dei militi che stanno svolgendo la scuola reclute presso la DCA", scrivono gli ufficiali assicurando che nessuno nella propria carriera "ha mai assistito ad episodi di tale gravità; questi episodi non possono essere minimamente tollerati e l’esercito deve impegnarsi nel modo più assoluto affinché non abbiano a ripetersi".
Sperando che nei confronti degli autori della "vergognosa punizione corporale" siano adottati "i giusti provvedimenti disciplinari", l’AVIA esprime solidarietà alla recluta ticinese rilevando che in seno alle"forze aeree, nella loro organizzazione di truppa federale e non cantonale" svizzero italiani, romandi e svizzeri di lingua tedesca "hanno da sempre collaborato e prestato servizio in modo esemplare".