Il nonnismo scatena le reazioni di chi è contro il militare. Il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (SISA), alla luce dei fatti verificatesi durante la scuola reclute della difesa contraerea 33 ad Emmen, come riferito dai media ieri, martedì, ritiene che per evitare il ripetersi di queste situazioni la soluzione sia quella di un “rafforzamento e ampliamento dell’accesso al servizio civile e la tolleranza zero per gli abusi in grigioverde”.
Recluta ticinese costretta a fare da bersaglio
RSI Info 16.10.2018, 21:23
A fronte dell’emergenza cui sono confrontate le reclute elvetiche, e in particolare quelle ticinesi, la risposta delle autorità, aggiunge il SISA, è completamente “ridicola e fuori luogo: anziché facilitare l’accesso al servizio civile e garantire quindi alle reclute una valida alternativa al servizio militare, il Consiglio federale propone invece di ostacolare ulteriormente la libera scelta”. Oltre a ciò, non “si vede l’ombra di alcun intervento strutturale che permetta di bandire dall’esercito i soprusi cui la cronaca ci ha ormai fin troppo abituato”.
Il Quotidiano
Il “plotone d’esecuzione” a base di sassi e noci non è stato infatti che il culmine di “una lunga serie di angherie ed umiliazioni di cui sono state vittima ben tre reclute ticinesi” aggiunge la nota del Sindacato. Dopo i fatti di Coira dello scorso gennaio, quest’ultimo episodio “non fa che confermare il carattere sistematico degli abusi commessi tra le fila dell’esercito: è ormai evidente come questi non siano dei banali “casi isolati”, bensì un fenomeno diffuso e tollerato dalle gerarchie militari”.
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