Ad alzare il primo argine contro le misure di risparmio è stata la scuola media di Bellinzona 2, che la scorsa settimana si è detta pronta a rinunciare a tutte le attività che esulano dagli obblighi contrattuali dei docenti, come gite e settimane bianche.
Ma anche nelle altre scuole la questione è in discussione. Secondo nostre informazioni sarebbero almeno 4 le sedi allineate a questa presa di posizione, altre invece stanno cercando strade alternative per dimostrare il proprio dissenso. Un tema che fa molto discutere.
Tanto che martedì anche i collegi docenti dei licei Lugano 1, Bellinzona e Mendrisio, così come il Centro professionale tecnico di Bellinzona hanno reso pubbliche le proprie posizioni, simili tra loro nei contenuti. “I tagli ancora una volta giungono come qualcosa di ingiusto, indiscriminato e preoccupante”, dice alla RSI Giacomo Mascetti, presidente del collegio docenti del liceo di Bellinzona. “Ingiusto, perché non rispettano il contratto di lavoro. Indiscriminato perché colpiscono tutti i dipendenti del settore pubblico. Preoccupante perché taglia spesso, come in questo caso, sui più deboli. Negando servizi a chi ne ha bisogno e attinge ai salari dei dipendenti pubblici”.
Dipendenti pubblici che si vedrebbero decurtare circa il 4% del proprio salario. Per questo motivo, il collegio docenti del liceo di Bellinzona “si associa alla protesta del 22 novembre indetta dai sindacati e si riserva la possibilità nelle prossime settimane di discutere di ulteriori misure di mobilitazione” e inoltre “si riserva di valutare se limitare le proprie prestazioni al ristretto novero degli espliciti doveri di servizio”.
Ancora Mascetti: “Siamo pronti anche a prendere delle misure significative. Dal tradizionale sciopero ad altre modalità di disservizio. Anche solo per esprimere una situazione che non è più sostenibile”. Il primo passo sarà la manifestazione di mercoledì.
La scuola si mobilita contro i tagli
SEIDISERA 16.11.2023, 18:12
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