La luce verde definitiva alla tassa sul sacco decisa lunedì sera dal Legislativo di Lugano è un momento storico. Lo ha dichiarato alla RSI il sindaco luganese Marco Borradori, ricordando che si è concretizzato un cammino che risale a molti anni addietro. Borradori ha del resto ricordato che le prime missive in merito "inviate dal Consiglio di Stato al Municipio risalgono a tredici anni fa (quando lui era a capo del Dipartimento del territorio, ndr) e l’entrata in vigore della tassa sul sacco avrebbe dovuto intervenire attorno al 2008".
Secondo Borradori, al cittadino "un sacco da 35 litri dovrebbe costare un franco, mentre la tassa base (che dovrebbe entrare in vigore a metà 2019) per una persona singola dovrebbe aggirarsi attorno a 30 franchi annui", il che pone Lugano sicuramente "tra i comuni meno cari" del cantone.
Tali spese saranno compensate da un ulteriore diminuzione del moltiplicatore. Già sceso dall’80 al 78% l’anno scorso, ora è stato ulteriormente ridotto dell’1%, nonostante il parere ostile del municipale responsabile delle finanze Michele Foletti: "È stato fatto un taglio di 37 milioni di franchi sui prossimi quattro anni di investimenti", ha ricordato Foletti, e questo pur "avendo in previsione di accendere per pagare proprio gli investimenti ancora un’ottantina di milioni di debiti che porterà a superare per la prima volta a superare il miliardo di franchi" di passivi.
A Lugano piace un sacco
Il Quotidiano 18.12.2018, 20:00