Medici, curatori, terapisti e sedicenti tali: un mondo intricato nel quale non è sempre facile districarsi. Un'insidia di cui si rende attento il pubblico dopo i fatti criminosi degli ultimi giorni, il cui protagonista – un 68enne del Luganese, colpevole di abusi su minori– si spacciava come guaritore. Per tutelarsi dalle trappole, i pazienti possono allora adottare piccoli accorgimenti.
Uno su tutti, "verificare se la persona (il terapeuta, ndr.) è autorizzata dall’Ufficio di Sanità, consultando l’Albo degli operatori sanitari o controllando che in studio vi sia l’autorizzazione all’esercizio". Così consiglia Patrizia Bottinelli Cancellara, responsabile Ufficio di sanità del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), che in Ticino è l'unico ente in grado di rilasciare questi permessi.
L’ufficio regola i certificati per tutte le attività degli operatori sanitari, l’esercizio degli istituti di cura e di tutti i servizi che lavorano coi pazienti. Ma non solo; si occupa anche di regolare le autorizzazioni dei terapisti complementari. Questi "sono degli operatori sanitari a tutti gli effetti”, spiega Bottinelli Cancellara, “e adempiono a tutti gli obblighi professionali che spettano a qualsiasi operatore sanitario".
Non sono però da confondere con tutti "i professionisti che non fanno una presa a carico terapica", sottolinea la responsabile dell'Ufficio. Categoria in cui rientrano, ad esempio, l'istruttore di yoga o il massaggiatore.