Israele torna a far parlare di sé per la campagna di vaccinazione. Se durante lo scorso inverno il Paese era spesso finito sulla bocca di tutti per la velocità con cui somministrava i preparati alla popolazione, ora lo è nuovamente perché è diventato il primo Stato ad aver autorizzato una terza dose per gli over 60.
Una mossa che fa sorgere qualche dubbio sull'efficacia dei vaccini contro la trasmissibilità. Dubbi che Alessandro Ceschi, primario dell'Istituto di Scienze farmacologiche dell'EOC, ritiene legittimi: "Ci sono dei dati che dimostrano che l'efficacia di questi vaccini contro la variante Delta è leggermente ridotta, ma stiamo parlando di un 88%, rispetto al 94% contro la variante originale. Quello che si è osservato in Israele lascia invece presagire che l'effettiva efficacia nel ridurre la trasmissibilità contro questa variante sia ridotta".
Se la terza inoculazione è già realtà in Israele, presto potrebbe esserlo anche in Svizzera per determinate persone: "Un'ulteriore dose potrebbe prolungare e allargare l'immunità data dalle vaccinazioni iniziali. Non è ancora chiaro come si procederà con la popolazione generale, per chi invece ha una grave immunosoppressione (soppressione della capacità innata dell'organismo di evitare la malattia e l'infezione, ndr) stiamo definendo come procedere alla somministrazione di una terza dose".