Sono confortanti gli esiti di una seconda campagna di misurazione effettuata in Ticino dalla Sezione della protezione dell'aria, dell'acqua e del suolo (SPAAS), per individuare la presenza di diossine nel suolo intorno a impianti che, nel passato, potrebbero aver contribuito a questo genere d'inquinamento.
I valori riscontrati sono tutti al di sotto delle soglie di guardia
I risultati, come reso noto oggi, venerdì, mostrano che non presentano criticità i residui di diossine analizzati intorno al termovalorizzatore di Giubiasco (ICTR). Più in generale sono stati effettuati ulteriori prelievi intorno agli impianti d'incenerimento dei rifiuti di Bioggio e di Riazzino, oggi dismessi, e dai dintorni di aree potenzialmente impattanti: ad esempio, vecchie industrie come la Monteforno e la Petrolchimica e crematori. Ebbene, gli esiti su 16 campioni analizzati sono tutti inferiori ai livelli di guardia.
I risultati, nel dettaglio, delle analisi sugli ultimi prelievi
Sono state così confermate le prime valutazioni, già rassicuranti, emerse da una prima serie di verifiche intraprese nell'ottobre del 2021. Le stesse avevano evidenziato concentrazioni più elevate attorno agli ex impianti di Bioggio e Riazzino, ma senza suscitare preoccupazione. E anche oggi, benché i residui si confermino in queste aree più consistenti rispetto ad altri suoli del cantone, non sussiste una situazione problematica come quella riscontrata due anni fa a Losanna. Nei suoli della capitale vodese, infatti, venne allora individuata un'elevata presenza di diossine. A questa scoperta fece seguito in Ticino la prima campagna di misurazione.