In Ticino il cantiere per anticipare l’insegnamento del tedesco in prima media ha fatto un ulteriore passo avanti. Il Dipartimento dell’educazione ha sentito vari attori del mondo della scuola: ne sono uscite 3 proposte su come attuare quanto deciso l’anno scorso dal Parlamento a partire dal 2025. Su queste tre proposte si può esprimere chiunque fino all’8 aprile, attraverso il sito del Cantone.
La prima delle proposte consiste in una settimana intensiva o all’incirca cinque giornate durante l’anno dedicate al tedesco. In questo modo l’avvicinamento alla lingua sarebbe progressivo.
La seconda ipotesi si traduce in laboratori: dividendo la classe a metà, come già avviene per italiano e matematica. In questo caso lo si farebbe con il francese e il tedesco. Gli allievi seguirebbero due unità didattiche di tedesco ogni due settimane. Questa opzione non andrebbe a modificare la griglia oraria.
La terza opzione, invece, inserisce il tedesco nella griglia oraria con due unità didattiche settimanali. Come? Si prenderebbe, per così dire, in prestito 1 ora di francese che poi verrà recuperata in seconda media e si metterebbe l’ora di religione, materia facoltativa fuori dalla griglia oraria.
Marina Carobbio, direttrice del Dipartimento dell’Educazione, vede di buon occhio le tre proposte. “Le reputo delle proposte molto interessanti, certamente attuabili, che hanno comunque un costo sia in termini di finanziamenti che di risorse. Ma d’altronde non possiamo pensare che l’introduzione del tedesco in prima media sia a costo zero, perché vuol dire mettere a disposizione più risorse e docenti per poter svolgere questo compito. Adesso è importante che chi è direttamente toccato, quindi quadri scolastici, docenti, le associazioni magistrali, ma anche le allieve, gli allievi e i genitori, possano esprimersi su queste tre proposte o eventualmente anche dare delle indicazioni per un’altra proposta per introdurre il tedesco in prima media”.
In termini finanziari la proposta meno cara e di 805’000 franchi, la più cara oltre 3 milioni di franchi. E poi c’è la questione dei docenti. Per la prima proposta servono sei insegnanti di tedesco supplementari a tempo pieno. Per la seconda ne servono 13 in più e per l’ultima ben 26. Numeri che potrebbero preoccupare, vista la già attuale difficoltà nel reperire docenti in questa materia.
“Io penso che se si decide di fare questo passo, bisognerà anche poi impegnarsi per formare i docenti in numero sufficiente. In questo senso negli anni scorsi sono già stati fatti degli sforzi per quanto riguarda l’insegnamento del tedesco, ma anche di altre materie, per formare più insegnanti in questo ambito. Se si sceglierà uno dei tre modelli e comunque si introdurrà il tedesco, si dovrà avere sufficiente personale a disposizione. Quindi questo sarà un ulteriore lavoro che seguirà poi alla scelta del modello da introdurre”. spiega Carobbio.
La direttrice del DECS non si sbilancia su quale, fra le tre ipotesi di attuazione, la convince di più: “Non tocca a me esprimermi sulle proposte in questa fase, perché vogliamo proprio sentire i pareri di chi è toccato direttamente e poi, sulla base di questa valutazione, fare una nostra valutazione, proporla al Governo e poi fare il messaggio per la richiesta di credito”.
L’indagine consultiva è aperta a tutti e termina l’8 aprile.
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Telegiornale 28.05.2023, 20:00