Il progetto di aggregazione tra Ponte Tresa, Croglio, Sessa e Monteggio, che sarà sottoposto al voto popolare il prossimo 25 novembre non fa l'unanimità. Nelle scorse settimane, infatti, si era palesato un comitato di contrari che mercoledì ha illustrato i suoi argomenti. Comitato che negli scorsi giorni aveva scritto al Cantone affermando che le procedure di informazione in vista del voto non erano state condotte in modo trasparente e conforme alle normative vigenti. Perplessità che però il Consiglio di Stato ha rispedito al mittente ritenendo che se problemi ci sono stati, gli stessi sono stati causati dall'accavallarsi delle tempistiche e non per cattiva volontà. I Municipi hanno poi deciso di inviare a loro spese e separatamente l'informazione degli oppositori.
I contrari hanno comunque ribadito i loro dubbi affermando che si tratta "di un progetto fumoso con molte promesse difficili da mantenere e aspetti non affrontati, come il nodo cruciale del traffico o delle sedi scolastiche". In ultima analisi sotto accusa sembra essere quindi "la fretta nel voler portare avanti un progetto mal costruito". I contrari auspicano quindi un no il 25 novembre in quanto non vogliono "sottoscrivere una cambiale in bianco". A mente dei contrari dunque bisognerebbe portare prima avanti progetti concreti in collaborazione tra i 4 comuni e poi realizzare un'aggregazione su basi consolidate e condivise.
Il progetto aggregativo Tresa prevede la creazione di un territorio di 11 chilometri quadrati, con 3'300 abitanti, un gettito fiscale di 11 milioni di franchi e un moltiplicatore all'85%. La nuova realtà, se i cittadini lo vorranno, avrà anche un importante sostegno del Cantone, a cui è stato chiesto un aiuto finanziario di quasi 4,5 milioni di franchi.
CSI/Swing