Il prossimo Parlamento ticinese molto probabilmente sarà ancor più frammentato di quello che si appresta a chiudere il quadriennio. Non sono previsti sconvolgimenti, ma i partiti rappresentati in Gran Consiglio potrebbero passare da 9 a 10-11. Il condizionale è d'obbligo poiché la campagna elettorale è appena iniziata e da qui al 2 aprile di cose potrebbero capitarne ancora molte. Anche perché un quinto degli elettori non ha ancora fatto la sua scelta.
I risultati del primo sondaggio elettorale
Il Quotidiano 27.02.2023, 19:00
La fotografia di quello che potrebbe essere l'esito dell'elezione per il rinnovo del Legislativo è fornita dalla prima proiezione RSI, elaborata da Ad Hoc Informatica Sagl, basata su un sondaggio rappresentativo dell'elettorato svolto tra l'8 e il 24 febbraio. Considerato un campione di 6'297 contatti, le persone intervistate sono state 1'667. Per il sondaggio è stato considerato un campione di 1'235 intervistati, 956 quelli che hanno soddisfatto i criteri per la proiezione. Il 42% ha dichiarato che non sa se andrà a votare o ha già deciso di non farlo, il 22% ha già deciso di votare ma non ha deciso cosa (tutti i dettagli sul funzionamento del sondaggio RSI e delle proiezioni cliccando qui).
La tendenza generale indica che l'Unione democratica di centro è in crescita e dovrebbe conquistare 1-2 seggi in più, passando da 7 a 8-9. A perderli sarebbe la Lega, il cui gruppo passerebbe da 18 a 16-17 membri. Il Partito liberale radicale, la forza di maggioranza relativa in Parlamento, è dato in leggero recupero e dovrebbe vedere crescere, in termini percentuali, i suoi consensi. Ciò che dovrebbe permettergli di mantenere i suoi 23 eletti e, forse, guadagnarne uno in più.
Il Centro, il PS e i Verdi corrono il rischio di perdere un deputato ciascuno. Percentualmente appaiono tutti e tre in calo (con PS e Verdi che difficilmente riusciranno a ripetere i risultati 2019). Potrebbero però ancora avere la possibilità di confermare la propria forza attuale in termini di seggi. Molto dipenderà dalla capacità di mobilitare il proprio elettorato di riferimento e di raccogliere preferenziali esterni.
A beneficiare degli scostamenti saranno gli altri partiti. Il numero dei deputati eletti in rappresentanza delle liste cosiddette minori è destinato ad aumentare da 7 a 8-9. Dovrebbero trarne vantaggio le forze che già siedono in Parlamento (Movimento per il socialismo, Più Donne e Partito comunista) ma, potenzialmente, anche le altre formazioni che si presentano alle elezioni con l'obiettivo di far parte del Parlamento che resterà in carica fino al 2027: Avanti con Ticino&Lavoro, Verdi liberali, HelvEthica, MontagnaViva e Dignità ai pensionati con le prime due formazioni che sembrano avere la possibilità concreta di entrare in Parlamento. In questo momento, data la modestia dei numeri e la piccolezza degli scarti, è però impossibile stabilire precisamente quali saranno i beneficiari finali. Se ne saprà probabilmente di più tra circa un mese, quando RSI renderà nota la seconda e ultima proiezione in vista del 2 aprile.
Elezioni cantonali: il dibattito del lunedì
Speciale Elezioni 27.02.2023, 21:10
Più di un elettore su cinque non voterà un partito
La possibile ripartizione dei seggi in Gran Consiglio è stata calcolata tenendo conto anche del fatto che, stando alla proiezione, oltre il 22% degli elettori sfrutterà la scheda senza intestazione (una quota senza precedenti) e dei voti preferenziali ottenuti dai candidati in lista.
La scheda senza intestazione è stata introdotta in Ticino per le elezioni cantonali del 2007 (ma aveva già fatto una breve apparizione tra il 1922 e il 1927). Dà la possibilità all’elettore di non scegliere un partito e di sostenere unicamente le persone. Un'alternativa che si è dimostrata subito molto apprezzata dagli elettori, e il peso della scheda senza intestazione ha continuato ad aumentare. Tanto che, a volte, la cosiddetta SSI viene definita il secondo/terzo partito ticinese. Mai finora si era però arrivati al 20%.
L’influenza della SSI sul risultato finale è considerevole. Nel 2019 alle elezioni per il Gran Consiglio la ripartizione dei seggi è avvenuta considerando 1,52 milioni di voti preferenziali. Quasi 800'000 erano arrivati dai 25’480 elettori che non avevano scelto una lista di partito. I più premiati erano stati soprattutto i candidati del PLR, del PPD e della Lega.
Il ballo dei voti tra le liste (tra quelli in uscita e in entrata) determina situazioni difficilmente prevedibili, come il fatto che, nel 2019, il PLR si era confermato primo partito del Parlamento conquistando 23 seggi anche grazie al saldo positivo del flusso dei preferenziali con il PS e la Lega.