Il Consiglio federale, che aveva detto di avere un pacchetto di provvedimenti pronto, non adotta nuove misure di contenimento della pandemia e anzi "l'unica presa non è sanitaria ma amministrativa", critica il dottor Mattia Lepori, vicecapo dell'area medica dell'EOC. Si accorciano i tempi della quarantena e dell'isolamento (vedi correlata). "Si vuole far tornare più presto la gente al lavoro" ma quello che si rischia, "è un effetto boomerang": rimettendo in circolazione dopo 5 giorni e senza fare un test delle persone potenzialmente ancora contagiose, le infezioni rischiano di aumentare e il problema dell'assenteismo non verrebbe risolto.
"Si continua a dire che la situazione critica ma non si adottano contromisure", ha detto in diretta alla RSI, criticando anche il nuovo ribaltamento di responsabilità sui cantoni, chiamati in causa da una nuova consultazione.
Per Lepori, quello del Governo è dunque "un azzardo" con cui l'Esecutivo "ha di fatto sdoganato la strategia della diffusione del virus". Si spera che "fra vaccinazione e contagi la popolazione si immunizzi senza sovraccaricare il sistema ospedaliero".
"Se va male, i cantoni dovranno togliere le castagne del fuoco"
"Se andrà bene, il Consiglio federale ne raccoglierà i meriti", altrimenti "a togliere le castagne dal fuoco dovranno essere i cantoni e i loro sistemi sanitari". D'altra parte, "la presidente della task force Tanja Stadler lo ha detto" nella conferenza stampa di martedì: "gli ospedali devono prepararsi a un aumento dei ricoveri". Sono passi che l'EOC ha già fatto, ha ricordato Lepori: in estate, quando c'è stata una tregua, "è stato ingaggiato e formato personale supplementare". Ci sono persone che hanno temporaneamente aumentato la loro percentuale di lavoro o rinviato le vacanze per dare una mano.
"Mai viste 14 persone in cure intense per l'influenza"
Il Covid-19 "non è chiaramente un'influenza" come qualcuno vuole far credere, ha insistito Lepori, dicendo di non aver "mai visto 14 persone contemporaneamente in cure intense per un'influenza".
Critiche, infine, anche per la riduzione a 9 mesi della validità del certificato: anche qui "un compromesso amministrativo", quando ormai si sa che la protezione non è garantita al di là dei 6 mesi.