Un cemento meno inquinante

Il viadotto autostradale della Biaschina è un’infrastruttura imponente, un’opera in cemento inaugurata oltre 40 anni fa. Ed è proprio la durabilità dei materiali da costruzione e la loro sostenibilità il tema principale di una conferenza organizzata dalla SUPSI a Mendrisio. Un appuntamento su più giorni che ha richiamato esperti da tutto il mondo.

Quanto può durare un’infrastruttura come un ponte, una diga o una galleria? E come risolvere il problema dell’inquinamento che produce il cemento con cui vengono realizzati? Il focus su cui verte la tre giorni di conferenze organizzate dalla SUPSI per i professionisti del settore è questo.

“L’obiettivo è quello della sostenibilità e della durabilità: grazie a delle nuove tecnologie si cerca di ridurre la produzione di CO2 durante la creazione del cemento per il calcestruzzo”, spiega Christian Paglia, direttore dell’Istituto materiali e costruzioni della SUPSI. Nuovi tipi di cemento, compositi che combinano varie aggiunte minerali capaci di ridurre in modo consistente la produzione di CO2.

“Grazie al nuovo composito denominato LC3 riusciamo a produrre meno CO2. In Svizzera e nel mondo è già utilizzato nelle costruzioni. I test sono molto positivi anche perché chimicamente il materiale è lo stesso. Cambiano solo le proporzioni delle componenti. Possiamo quindi stimare una durata di vita anche di 100 anni. E potremmo avere il 70-80% di CO2 in meno, dobbiamo agire e dobbiamo farlo ora”, afferma Karen Scrivener, professoressa al Politecnico di Losanna.

La Svizzera e il Ticino dal canto loro non stanno di certo a guardare. “Ci sono diversi nuovi materiali che vengono usati, per esempio come sottofondo stradale. Ad esempio dei materiali riciclati, che sostituiscono degli aggregati naturali di roccia, così da evitare anche il trasporto, che incide sull’impatto ambientale”, prosegue Paglia.

Sostenibilità che va a braccetto con la durabilità dei materiali che presuppone meno interventi di risanamento. Tutto questo senza dimenticare l’aspetto legato ai costi. “Quando si fa della ricerca applicata si cerca di utilizzare dei materiali che sono scalabili nella realtà e che hanno dei costi limitati per poter produrre in massa determinare tipoligie di calcestruzzo o di materiali cementizi”, conclude Paglia. Materiali sostenibili quindi sotto tutti i punti di vista.