Non smette di riservare sorprese l’inchiesta che ha investito l’Ufficio cantonale della migrazione. Nel tardo pomeriggio la procura ha comunicato l’arresto di un’altra ex-collaboratrice e di un cittadino turco di 27 anni.
I fatti emersi nelle scorse ore non sono recenti. Risalgono al 2014 o al 2015, quando la 23enne (all’epoca compagna dell’uomo) era stata assunta per uno stage. I due, che ora si rimpallano la paternità dell’idea, avevano deciso di sottrarre il materiale usato per confezionare i permessi con l’intenzione di poi ricavarci dei soldi. Fogli di carta di sicurezza e custodie di plastica, che gli inquirenti hanno trovato a casa di lui.
Entrambi gli imputati hanno dichiarato di non avere mai dato seguito al loro piano. Toccherà ora all’inchiesta stabilire se abbiano detto la verità, o se invece siano stati messi in circolazione dei permessi fasulli.
Intanto, sempre nel tardo pomeriggio si è appreso che il funzionario arrestato ieri (martedì) ha ammesso parzialmente alcuni dei fatti addebitatigli (un paio di casi), contestando tuttavia le accuse.
Francesco Lepori
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