È la seconda volta dalla sua nascita nel 1971, che il Forum economico mondiale di Davos non si tiene nella città grigionese. La prima volta fu nel 2002, pochi mesi dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre, quando il WEF si tenne in via eccezionale a New York. Ora a causa della pandemia tutto si svolge online, con il vertice preparatorio di questi giorni, lasciando così deserte le strade della località della Prettigovia.
"Finanziariamente stando ad uno studio dell’Università di San Gallo le perdite si aggirano attorno ai 45 milioni di franchi. Bisogna però ricordare che non vi sono i costi della sicurezza e della regolazione del traffico. Per il settore gastronomico i buchi nelle casse sono però importanti", spiega Reto Branschi, direttore di Davos Klosters Turismo.
E negli alberghi, i clienti sono quasi esclusivamente svizzeri. "Attualmente sono disponibili solo la metà delle camere in modo da ridurre il numero degli ospiti. E abbiamo anche fissato degli orari scaglionati per i pasti. Ovviamente la clientela al momento è molto diversa da quella a cui siamo abituati in questo periodo dell’anno", racconta Tina Heide, direttrice dell'Hotel Belvédère. Secondo lei, sarà impossibile recuperare le perdite di quest'anno.