È una neofita invasiva eppure la si trova ancora in vendita da parte di giardinieri e vivaisti. Parliamo della cosiddetta "palma ticinese", nome scientifico Trachycarpus fortunei, originaria dell'Asia ma è presente da lungo tempo in Ticino, al punto da diventare un tratto identificativo del paesaggio. Tuttavia la sua diffusione incontrollata in natura risulta oggi problematica.
"Nel Locarnese ci sono esempi evidenti in cui si capisce che il pericolo è che si arrivi a una monocoltura. Queste palme crescono così dense che non si vede più cosa c'è sotto. Penso al lato destro della strada che va verso la Valle Maggia, tra Solduno e Ponte Brolla, ci sono alcuni punti in cui si vede benissimo che ci sono solo palme e nel sottobosco non cresce più niente", spiega Mauro Togni coordinatore del gruppo di lavoro organismi alloctoni invasivi.
Questa palma, che fa parte della lista nera delle neofite invasive, però si vende ancora. Com'è possibile? "Purtroppo sì, viene ancora venduta molto, anche perché non c'è un vero divieto, c'è una rinuncia volontaria fatta da JardinSuisse, l'associazione di categoria, alla quale però non tutti i giardinieri aderiscono. In Italia, sia in Piemonte sia in Lombardia, la vendita è già vietata. Da noi in Svizzera questo divieto dovrebbe essere regolato a livello federale, c'è in ballo una revisione della legge sulla protezione dell'ambiente che vorrebbe andare in quella direzione, ma non ci siamo ancora arrivati", conclude Togni.