Ticino e Grigioni

Una proteina anti-cancro sotto la lente a Bellinzona

Due ricercatrici dell’IRB hanno fatto una scoperta genetica di rilevanza internazionale che potrebbe aprire le porte a nuove terapie contro i tumori

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Scoperta nella lotta al tumore al seno

Il Quotidiano 09.10.2024, 19:00

Di: QUOT/RSI Info 

Nel laboratorio del professor Petr Cejka, un team di dieci ricercatori sta studiando i meccanismi di riparazione del DNA, un processo cruciale per la prevenzione di malattie come il cancro. I risultati conseguiti da Ilaria Ceppi e Rosaria dello Stritto, due delle principali protagoniste della ricerca, sono di rilevanza internazionale, perché potrebbero portare a nuovi farmaci e nuove cure.

Le due ricercatrici si sono concentrate per mesi sulla proteina BRCA1, una sorta di “pronto intervento” del nostro organismo. Questa proteina, infatti, si attiva non appena si verifica un danno nel DNA, raggiunge il punto critico e avvia un processo di riparazione per proteggere il codice genetico. Tuttavia, se il gene BRCA1 subisce una mutazione, la proteina non può più svolgere efficacemente la sua funzione, aumentando così il rischio di sviluppare tumori al seno, alle ovaie e alla prostata.

“La scoperta più importante è che ora sappiamo cosa fa la proteina per riparare il DNA danneggiato”, ha spiegato il professor Petr Cejka. “È una delle sue funzioni e, conoscendo questi meccanismi, ora è possibile immaginare delle terapie contro il cancro per aiutare i pazienti”.

Il lavoro delle studiose ha permesso di chiarire il ruolo esatto della BRCA1, aprendo la strada a nuove possibilità di prevenzione. “Conoscere, attraverso screening genetici, se una persona ha questa mutazione nel gene BRCA1 può permettere trattamenti anticipati o controlli più frequenti, che consentono di colpire il tumore in fasi precoci, quando la cura può essere più efficace”, spiega Ilaria Ceppi.

Nonostante la strada verso lo sviluppo di un farmaco sia ancora lunga, le ricercatrici stanno già ricevendo un riconoscimento internazionale per i risultati ottenuti. “È una grande soddisfazione vedere che il lavoro di tante, tante ore spese in laboratorio porta a un risultato così importante che può avere un effetto anche di grande impatto, poi per un possibile sviluppo di nuove cure. Essendo anche una ricercatrice donna in questo ambito ha un effetto ancora maggiore”, conclude Rosaria dello Stritto.

La scoperta rappresenta un passo avanti nella lotta contro il cancro, in attesa che la scienza possa tradurre queste conoscenze in nuove terapie per i pazienti.

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