L'inconveniente avvenuto lo scorso 3 marzo, durante l'apertura del primo centro cantonale adibito alle vaccinazioni delle persone oltre i 75 anni, non è stata una panne del sistema, ma un malfunzionamento causato intenzionalmente da un operatore. Quel giorno erano attese 194 persone, ma fin dai primi momenti è stato evidente un piccolo problema informatico e che le persone invece sarebbero state 240. Alle quattro corsie pronte ne sono dunque state aggiunte altre tre e nessuno ha dovuto attendere più a lungo del previsto.
L'uomo, secondo le prime informazioni, non avrebbe agito per appropriarsi di dosi ma per motivi personali, dovuti a screzi con colleghi. In sostanza aveva posticipato vari appuntamenti, creando un effetto imbuto con più persone in attesa di vaccino giunte contemporaneamente. È stata quindi aperta un'inchiesta nei confronti dell'ex collaboratore del Centro cantonale per le vaccinazioni di Giubiasco. Le ipotesi di reato sono accesso indebito a un sistema per l’elaborazione di dati e danneggiamento di dati.
"Appena ci siamo accorti abbiamo fatto una verifica sugli operatori", ha confermato Ryan Pedevilla, capo Sezione militare e protezione civile del Canton Ticino. L'uomo non era dipendente dell'aministrazione cantonale ma un ausiliario, con un contratto a termine. Nessun danno comunque per la campagna vaccinale, né a Giubiasco né altrove, senza ritardi né dispersioni di dosi.
I primi accorgimenti effettuati hanno permesso di fare in modo che le persone arrivate non abbiano subito alcun disagio", ha concluso Ryan Pedevilla. L’indagine è coordinata dal procuratore Moreno Capella.
Manomette gli appuntamenti per i vaccini
Il Quotidiano 28.03.2021, 21:00