“Bisogna distinguere l’informazione dalla disinformazione. Questo non vuol dire che dubbi non ce ne sono. Però un conto è condividere dei dubbi che sono basati sull’evidenza scientifica e un conto è fare della disinformazione”. Ad affermarlo è il dottor Mattia Lepori, vice capoarea medica all'Ente ospedaliero cantonale e membro della Società Svizzera di etica biomedica.
Il vaccino è considerato una risorsa essenziale per fermare la pandemia, eppure tra chi potrebbe già ricevere il preparato alcuni hanno scelto di non vaccinarsi o di attendere, sollevando dubbi e perplessità sulla sua utilità o sulla sua sicurezza.
“Le persone dubbiose vanno rassicurate tramite un’informazione trasparente. Man mano che verranno acquisite ulteriori informazioni, la documentazione in possesso dei clinici sarà sempre più importante e questo permetterà di far passare ancora meglio il messaggio”, aggiunge Lepori.
Anche se dal punto di vista legale esisterebbero i presupposti per imporla, l’introduzione di una vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus, come già fatto in passato con il vaiolo o la poliomielite, sarebbe una grande sconfitta per la società secondo il medico. “Verrebbe meno lo spirito di solidarietà che dovrebbe muovere la nostra collettività”.