E' una stagione difficile quella che sta vivendo la viticoltura ticinese soprattutto a causa delle piogge frequenti e della grandine, fenomeni che stanno mettendo a dura prova i coltivatori che pure lavorano intensamente per combattere le malattie della vigna. Una testimonianza e le considerazioni di chi si occupa dall'alto della filiera aiutano a capire la situazione. Cristina Monico, della Fattoria Moncucchetto di Lugano, ha spiegato alla RSI quali sono le difficoltà quest'anno nella lotta ai problemi sanitari della vite.
"L'uva è piuttosto sana - afferma Monico nell'intervista - ma come tutti, anche noi abbiamo della peronospora perché queste piogge chiaramente aumentano la pressione legata a questa malattia. Il problema principale è proprio riuscire a seguire i lavori in vigna, perché col fatto che piove tanto, c'è caldo ed è molto umido, vi è proprio anche una crescita vegetativa molto veloce sia dell'erba che della vigna". Per l'esperta la parola chiave è flessibilità. Il programma cambia ogni giorno praticamente, spiega, perché pure a livello di previsioni meteo difficilmente riescono a prevedere quello che succede. Cambiano la previsione quindi "noi dobbiamo essere super flessibili a cambiare il programma anche ogni mezza giornata se necessario". La grandine e la peronospora nella locale fattoria potrebbe compromettere il 20% del raccolto.
Queste piogge rendono difficile il lavoro al viticoltore in tutte le parti d'Europa
Quindi condizioni meteo irregolari, molta pioggia e malattie più presenti, sono problemi che non toccano solo il Ticino, ma anche il resto della Svizzera, parte della Francia e dell'Italia. Quest'anno sono soprattutto i coltivatori di uva bio ad essere più in difficoltà di altri. Andrea Conconi, direttore dell'Interprofessione della vite e del vino ticinese, ovvero l'organo che raggruppa sotto lo stesso tetto tutta la filiera del settore, spiega che il problema non è solo locale ma abbraccia "un contesto europeo". Ci sono dei viticoltori che rischiano di perdere gran parte del loro raccolto. In alcuni casi si parla addirittura quasi dell'80%, qualcuno quest'anno rischia persino di non fare la vendemmia. Una possibilità contemplata anche dall'esperto ticinese. Il cambio di clima, che muterà pure i tempi di vendemmia, a lungo andare potrebbe modificare anche caratteristiche dei vini nostrani, pure se per questo processo ci vorranno diversi anni.
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